Cultura e Spettacoli

Rita Dalla Chiesa difende la Sardegna: "Basta accusarla, l'avete infettata voi"

Una voce fuori dal coro in difesa della Sardegna, accusata di essere il nuovo focolaio d'Italia, è Rita Dalla Chiesa, che invece attacca chi l'isola l'ha "assaltata" dopo la fine del lockdown perché considerata Covid-free

Rita Dalla Chiesa difende la Sardegna: "Basta accusarla, l'avete infettata voi"

Dopo la Lombardia, ora è la Sardegna a essere additata come "regione untrice" del Paese. La sua colpa è quella di essere la regione preferita per le ferie degli italiani e di avere un sistema di intrattenimento votato all'eccellenza e all'esclusività nella sua frazione nord-orientale. La Costa Smeralda è meta ambita e sognata per una vacanza, una località circondata da una decennale fama internazionale che quest'anno aveva ritrovato in parte lo splendore un po' appannato negli ultimi anni. Fin dagli anni Ottanta, ad agosto nelle sue discoteche si riversano spesso i romani dei quartieri più chic, la cosiddetta Roma Nord. Quest'anno non è stato diverso e così i romani bene hanno invaso le coste sarde, magari dopo essersi goduti i mesi di giugno e luglio nel vicino Argentario, a Ponza o a Capri, tutte mete elitarie. L'altissima concentrazione di giovani dediti alla movida è stata la miccia detonante per l'esplosione di casi Covid in Sardegna ma Rita Dalla Chiesa, con un tweet, va contro corrente e difende l'isola.

Da diversi giorni lo sport preferito è quello di puntare il dito contro la Sardegna, contro i suoi locali, contro la movida. Nulla che fosse vietato dalla legge, con il governo che aveva permesso la riapertura in sicurezza delle discoteche lo scorso giugno, salvo poi fare un salto indietro e chiudere tutto dopo un mese e mezzo. A marzo e aprile c'erano i runner nel mirino, diventati il male assoluto, ora sono i giovani che hanno fatto ciò che è stato loro consentito. La Sardegna è stata una delle prime regioni Covid-free del Paese. Grazie all'insularità era riuscita a contenere egregiamente i contagi durante la prima ondata e i sardi avrebbero voluto preservare il lavoro fatto sull'isola ma, proprio perché considerata un luogo sicuro, non appena sono stati aperti i confini regionali in tantissimi si sono riversati nelle seconde case.

La ripartenza del turismo ha inevitabilmente portato sull'isola, dall'Italia e dall'estero, migliaia di visitatori che hanno affollato i suoi hotel e, ovviamente, ristoranti e locali. Ci si è affidati al buon senso di giovani e giovanissimi, che hanno contato i giorni per riassaporare la libertà negata in primavera dal lockdown ma permessa in estate dal governo, chiedendo loro di rispettare le distanze di sicurezza in discoteca mentre ballavano, bevevano drink e si divertivano con gli amici. Uno scarico di responsabilità colpevole che adesso ricade in toto su una regione che fino all'inizio dell'estate, e all'invasione dei turisti era Covid-free. Probabilmente si riferisce a questo Rita Dalla Chiesa nel suo tweet in difesa dell'isola, diventata il capro espiatorio. "Basta aggredire la #Sardegna. Siete andati tutti lì in vacanza perché sapevate che era uscita “pulita” dal #Covid. E voi, con la vostra incoscienza, l’avete infettata. Siete voi gli unici colpevoli. Se l’aveste rispettata la gente avrebbe potuto continuare a lavorare...

", ha scritto la giornalista e conduttrice.

Il suo riferimento finale è a tutte quelle discoteche e locali che hanno investito per la riapertura secondo gli standard indicati dal governo, che hanno provato a recuperare una stagione estiva compromessa in partenza dal Covid e che dopo un mese e mezzo si vedono additati come colpevoli dell'incremento dei contagi. In regioni come la Sardegna, ma anche la Puglia e la Sicilia, solo per citarne alcune, il turismo rappresenta un'importante fetta dell'economia locale. Migliaia di operatori hanno dovuto concludere la stagione in anticipo senza aver ammortizzato i costi degli investimenti. E ora sono accusati di essere gli untori anche da chi, scappato sull'isola quando il Paese usciva dal lockdown e ancora contava decine di morti e di contagi, il virus potrebbe averlo portato. Ora la musica non suona più sull'isola e nel resto del Paese e alcune realtà locali, come San Teodoro ai confini della Costa Smeralda. hanno imposto il coprifuoco alle spiagge chiudendole dalle 22 alle 6 del mattino.

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