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Prisma, il caleidoscopio della nuova generazione

Dopo il successo di Skam Italia, il regista e sceneggiatore Ludovico Bessegato, alza l'asticella con Prisma

Prisma, il caleidoscopio della nuova generazione

Si può migliorare un capolavoro? Ludovico Bessegato, il regista e sceneggiatore di Prisma, la serie tv generazionale ora su Amazon Prime, ma già sceneggiatore di Skam Italia, ci è riuscito. Per dirla tutta, non ci eravamo ancora ripresi dall'ultima stagione, la quarta, di Skam Italia che sulla problematica del "micropene" era riuscito a scardinare e portare alla luce un tabù maschile, ed ecco che, senza respirare, l'asticella viene alzata ancora una volta. A quattro mani, insieme ad Alice Urciuolo, Bassegato è riuscito a raccontare non solo una storia, ma un'intera generazione, ancora più profondamente di quanto non abbia già fatto in Skam, dove magistralmente, si era spinto già molto.

Prisma è una serie tv che non andrebbe vista soltanto dai ragazzi, ma anche dai genitori, per riuscire a decifrare quel labirinto di emozioni, tra quello che la società impone e quello che i ragazzi sentono di essere, che spesso si finalizza, da parte degli adulti, solo con la paura che siano alcool e droga a minare i propri figli. Viene quasi da sorridere, e forse alla fine ci si sente un po' stupidi, perché c'è molto di più nella generazione che Bassegato è riuscito a raccontare -ci si chiede come sia riuscito a penetrare così in profondità - che proprio come un prisma, ha scomposto per mostrare le migliaia di sfaccettature spesso incomprensibili per chi abbia più di trent' anni.

Se Euphoria, la serie tv americana interpretata da Zendaya e scritta da Sam Levinson è stata considerata, a livello mondiale, un capolavoro generazionale, si può tranquillamente dire che Prima non ha nulla di meno, semmai qulacosa di più; una realtà raccontata per quello che è, senza esagerazioni o effetti speciali a rafforzarla. Gli ingredienti mescolati negli otto episodi di oltre 40 minuti l'uno -anche se di sicuro ci sarà una seconda stagione - sono il racconto di ragazzi che si indagano e che lavorano per trovare la via dell'accettazione e di una felicità che passa attraverso il dolore della conoscenza di loro stessi, tra fluidità, amicizie, musica e sogni. Tutto questo senza retorica, cliché e soprattutto giudizio.

Un lavoro complicato da rappresentare, perché quello di cui si parla è una generazione che non assomiglia a niente di già vissuto, ed è in continua evoluzione, con il proprio mondo chiuso in un cellulare, impossibile da penetrare. Anche nei dialoghi la cosa che si nota sono le poche parole che vengono usate, ma che hanno il potere di raccontare un mondo. L'esagerazione verbale in cui molte serie tv fondano il loro succcesso, viene invece compressa a poche, che quasi mai raccontano con le parole il dolore, che però viene allo stesso modo percepito e di cui si ha il grande rispetto di lasciare ad ognuno la propria sperimentazione, e propri tempi.

Questa incredibile energia narrativa, non poteva comunque arrivare così potente se alla base non ci fossero stati attori capaci di rappresentarla perfettamente. A cominciare dal protagonista, l'esordiente Mattia Carrano che interpreta magnificamente i due gemelli omozigoti Marco e Andrea, identici ma così diversi tra di loro man mano che la storia va avanti, in grado però di sentire ogni cosa l'uno dell'altro, in un costante scontro e incontro, incomprensione e unione. Degna di nota la recitazione di Lorenzo Zurzolo, che interpreta Daniele, già visto in Sotto il sole di Riccione, in Morrison e in moltissime altre pellicole, che nonostante la sua giovane età, è stato capace di una trasformazione, anche fisica, degna di un attore di lunghissimo corso, e si spera anche di qualche premio per questa serie.

Ma anche gli altri emergenti come Caterina Forza, Nina, la ragazza che Andrea sorprende a letto con la sua ex fidanzata, Chiara Bordi, Carola, che ha una sola gamba ma riesce quasi a non far percepire questa menomazione, ed anzi ad essere una delle più popolari nella scuola di Latina, dove è ambientata la storia. Non un posto caso e non una grande città, ma una provincia dove se un'adolescente va in farmacia dopo poco anche sua madre ne è a conoscenza. Dove la malinconia, il senso di soffocamento, viene sottolineato dalla musica, ma anche dai treni e gli autobus che portano spesso i protagonisti a Roma, luogo di libertà dove poter essere se stessi, perché invisibili agli occhi indifferenti della grande città.

E ancora Matteo Scattaretico (Ilo), LXX Blood (Vittorio), Zakaria Hamza (Sami), Riccardo Afan de Rivera Costaguti (Boncio), Flavia Del Prete, Leo Rivosecchi, Asia Patrignani, Andrea Giannini, Georgia Lepore oltre ad un cameo di Achille Lauro. Tutti bravissimi e capaci di grande empatia con i loro personaggi tanto da proiettare, senza replica, lo spettatore nella storia.

Trama

Prisma è un drama di formazione che ruota intorno alla complessa relazione tra l’aspetto fisico e l’identità; soprattutto per una generazione che usa la propria immagine come strumento principale per esprimersi.

La serie racconta la storia di Marco e Andrea, due gemelli identici che sfidano, ognuno in modo differente, le norme di genere. Il loro percorso alla scoperta di sé coinvolgerà anche il loro gruppo di amici, tutti alla ricerca del proprio posto in un mondo in continuo cambiamento.

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