"A (quasi) quarant'anni il mio repertorio è un'autobiografia"

Esce «2C 2C» con inediti e versioni rare o inedite. «Vi do appuntamento negli stadi»

"A (quasi) quarant'anni  il mio repertorio  è un'autobiografia"

D'altronde nulla di Cesare Cremonini è prevedibile. E anche questo greatest hits, che si intitola 2C2C The best of, esce dai binari della compilation (auto)celebrativa per diventare qualcosa di più, un disco nuovo e monumentale. Ci sono sei inediti, 32 singoli di successo rimasterizzati (da Qualcosa di grande a Poetica a Nessuno vuole essere Robin), 18 demo e versioni alternative, addirittura quindi brani strumentali e 16 versioni pianoforte e voce. «Dopo vent'anni di carriera, questo è il mio forziere» ha spiegato lui ieri parlandone nella meraviglia di Palazzo Crespi in centro a Milano. È il suo repertorio che conferma di non avere età e di rimanere sempre attuale: «La mia discografia è una autobiografia musicale e in questo contesto 50 Special vale esattamente come Giovane Stupida, uno degli inediti di questo disco». In poche parole, come spiega Alessandro Massara di Universal, «questo è un album che durerà per tutto il 2020» perché, lo conferma Roberto De Luca di Live Nation, «Cremonini è il contrario del mordi e fuggi, è un artista che cresce e continua nel tempo». Quindi grande tour negli stadi dal 21 giugno e tutti gli inediti in scaletta, a conferma che la coerenza è l'ottava nota dello spartito di questo artista moderno e tradizionale, futurista e conservatore. La cosiddetta eccezione alla regola.

Ma perché proprio adesso un disco riassuntivo?

«Dopo vent'anni di carriera compio quarant'anni, posso mostrare quello che ho fatto nella vita e sono convinto sia una bella storia da raccontare».

Cremonini ha quarant'anni.

«Ma ho l'energia di un ventenne perché non ho avuto tutto subito. Conservo al dito la fede della musica. E non riesco a scrivere a comando. Anche gli inediti che escono adesso per me sono come un disco, sono una fotografia di un mio stato d'animo come qualsiasi nuovo disco. Forse, visto che sono soltanto sei, è una foto più in primo piano. Di certo non sono canzoni di passaggio come capita qualche volta in questo tipo di operazioni».

Vent'anni fa a quest'ora i suoi Lùnapop erano il fenomeno del momento.

«A casa ho sempre il pianoforte dove ho scritto 50 special, per me in quello strumento c'è una magia particolare e me lo sono portato dietro ovunque abbia traslocato».

Qualcuno pensa che si potrebbero riformare i Lùnapop.

«Se vedo una mia foto di quando ero in quinta elementare, non ho voglia di tornare dietro quei banchi. Ho voglia di rivedere la prossima foto».

Nella foto dei nuovi brani c'è molto amore. Da Al Telefono a Giovane Stupida.

«Al Telefono parla di una relazione finita, Giovane Stupida di una relazione all'inizio che sembra quasi uno scontro generazionale. Credo che in questi tempi, nei quali è difficile distinguere il vero dal falso, l'amore sia tornato a essere il porto sicuro».

Dice di avere l'energia di un ventenne. Come ascolta i ventenni di oggi?

«Amo la musica di oggi, la ascolto e la apprezzo. L'altro giorno ho ascoltato Tha Supreme, che ha diciassette anni e mi piace. Ma io resto fedele a me stesso e all'età che ho. Non posso certo competere con Tha Supreme o con altri in fatto di streaming e sarebbe sciocco da parte mia fare compromessi».

Oggi è lo streaming a dettare legge.

«Si parla tanto di Spotify ma dieci anni fa abbiamo vissuto la stessa cosa con iTunes e il download. È una cosa che non mi spaventa. I supporti discografici cambiano nel tempo e io ho sempre cercato di dare una risposta con la mia musica».

Ha iniziato alla fine degli anni '90, un'era geologica fa.

«Sono della generazione cresciuta con Vasco e Jovanotti, ma anche con gli anni Sessanta. Adesso mi confronto con lo streaming e con progetti nuovi. Cerco di capire e imparare, ecco».

Una volta la «laurea» era il disco di platino. Adesso sembra essere il tour negli stadi.

«Sì, l'appuntamento vero è il live e non è detto che sia per forza un male. Nella mia storia, ho sempre cercato di mantenere un grande equilibrio tra la pubblicazione di un disco e il successivo tour».

E cosa prova quando qualcuno canta un suo brano?

«Lo fanno nei talent ma lo hanno fatto anche Fiorella Mannoia e Michele Bravi. Io mi sento onorato, ma spesso mi capita di cambiare canale perché mi dico ma allora quella canzone non era così bella. Per carità, sono solo considerazioni mie eh, non legate al valore dell'interprete. Non sono un cantante da scuola di canto».

Insomma, oggi com'è Cremonini?

«Un uomo smarrito ma entusiasta di non avere più catene».

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