La regina Elisabetta parla alla nazione: "Non bisogna mai arrendersi"

La regina Elisabetta II ha celebrato la ricorrenza del VE Day, 75 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, con uno storico discorso alla tv britannica, riprendendo le parole del padre, re Giorgio: "Non mollare mai, mai disperarsi"

La regina Elisabetta parla alla nazione: "Non bisogna mai arrendersi"

Alla stessa ora in cui suo padre 75 anni fa annunciò la fine della Seconda Guerra Mondiale e la vittoria sui nazisti, la regina Elisabetta II ha fatto il suo discorso alla nazione questa sera. Sua maestà si è rivolta ai britannici nel giorno delle celebrazioni annuali del "Victory Day", in un momento altrettanto storico quanto quello del 1945. Il lockdown imposto dalla pandemia da coronavirs ha di fatto stravolto il Regno Unito e il mondo intero, imponendo l'isolamento e la cancellazione di una delle ricorrenze più significative del paese e "le nostre strade non sono vuote, sono piene con l'amore e la cura che abbiamo gli uni degli altri".

"Vi parlo oggi alla stessa ora in cui mio padre lo fece esattamente 75 anni fa - ha esordito con sicurezza la Elisabetta II riportando alla mente le parole di re Giorgio VI nel 1945 - la Guerra fu totale, e il suo impatto non ha risparmiato nessuno. 'Non mollare mai, non disperare mai', era questo il messaggio del giorno della Vittoria. All'inizio, la prospettiva era sembrata desolante, la fine lontana, il risultato incerto. Ma abbiamo continuato a credere che la causa fosse quella giusta e questa convinzione, come ha sottolineato mio padre in quel giorno, ci ha fatto andare avanti".

Per la prima volta nella storia le celebrazioni del VE Day, nel 75esimo anniversario, non si sono potute svolgere a causa del blocco causato dal Covid-19. Questo non ha però impedito all'anziana monarca di presentarsi in televisione - vestita con un sobrio abito celeste - e rivolgersi con sicurezza alla popolazione inglese per rievocare quella tappa fondamentale della storia britannica: "Molti hanno perso la vita in quel terribile conflitto. Molti hanno combattuto e rischiato tutto per permettere alle nostre case e alle nostre famiglie di essere al sicuro, e perché tornasse la pace in patria e negli altri paesi: dovremmo sempre ricordarli".

Poi il richiamo alla condizione in cui l'umanità e la Gran Bretagna si trovano oggi, stretti nella morsa di un virus che ha profondamente turbato la quotidianità. La regina Elisabetta II ha così concluso il suo discorso (che arriva a poco più di un mese dal messaggio alla nazione per annunciare il lockdown), dando un'impronta profondamente personale a questa storica ricorrenza: "Quando guardo il nostro Paese oggi e vedo cosa siamo disposti a fare per proteggerci e sostenerci a vicenda, dico con orgoglio che siamo ancora la nazione che quei soldati coraggiosi, marinai e avieri riconoscerebbero e ammirerebbero".

Nel 1945 Elisabetta II aveva 19 anni e si trovava sul balcone di Buckingham Palace insieme alla sua famiglia e a Winston Churchill mentre il padre, attraverso un messaggio radiofonico, annunciava alla nazione la fine della guerra. Un momento che è rimasto impresso in modo nitido e chiaro nella sua mente di "scene esultanti alle quali io e mia sorella (Margaret, allora 14enne, ndr) e il senso di gioia nelle folle che si radunavano fuori e in tutto il paese era profondo anche se sapevamo che ci sarebbero stati ulteriori sacrifici".

Al termine del discorso della regina, i britannici sono stati invitati ad affacciarsi a porte e finestre per intonare lo storico brano "We will meet again", lo stesso che i soldati dell'epoca cantavano prima di partire per il fronte.

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