Sangue, sesso, intrighi (ed errori): la violentissima serie sul mito di Spartacus

In streaming su NowTv ci sono tutti gli episodi di Spartacus, la serie tv che rilegge le imprese del trace ribelle che ha tentato di sfidare il potere di Roma. Una serie di successo ma criticata per le sue inesattezze storiche

Sangue, sesso, intrighi (ed errori): la violentissima serie sul mito di Spartacus

Ci sono serie tv che non passano mai di moda. Anzi, con il tempo non perdono il loro appeal. È come se acquistassero consapevolezza di essere dei veri e propri cult. Nella seconda età dell’oro dell’universo televisivo americano sono tante le serie tv che, ancora oggi, sono sulla bocca di tutti. Tra queste spunta la saga di Spartacus. Prima produzione del network a pagamento di Starz (oggi disponibile anche in Italia), la serie ha debuttato nell’autunno del 2010 ed è stato subito un successo. Lo show che ricorda le imprese del trace ribelle che ha osato sfidare la magnificenza di Roma, si è conclusa dopo tre stagioni, nel 2013, e dopo 33 episodi. Una serie violenta sia nel linguaggio che nella messa in scena, e criticata per le sue inesattezze storiche. Non è stato mai appurato che l'immaginae di Roma e dell'alta società romana fosse così intrisa di sesso, violenza e giochi di potere così macchiavellici, ma nonostante tutto, ha trovato comunque spazio nel cuore del pubblico.

Arriva qui in Italia su Sky nel febbraio del 2011, un anno dopo rispetto all'America. Siccessivamente e nell’epoca della tv in streaming, Spartacus è arrivato prima su Netflix per trovare poi, di recente, una casa accogliente per gli utenti di NowTv. Qui sono presenti tutte e trestagioni, più la miniserie prequel che è stata girata tra il primo e secondo capitolo. Una serie di ottima fattura che cattura fin dal primo episodio, capace di raccontare una pagina di storia di grande valenza per la nostra contemporaneità.

Fisici da copertina e sangue a fiumi, questa è la storia romanzata di Spartacus

"Un uomo deve accettare il proprio destino o esserne distrutto". La serie inizia nel 72 a.C. quando un trace dal nome sconosciuto viene arruolato dalle truppe romane per guidare una rivolta contro i geti. Si profila una guerra difficile, sanguinolenta, le cui sorti sono avvolte in un limbo. Il trace, tradito dalle truppe a cui aveva prestato giuramento, diserta e fugge da sua moglie. Viene però arrestato e condotto a Capua, in Italia, nel ginnasio di Battiatus, dove vengono addestrati i gladiatori a morire nelle arene. Il trace non rivela mai il suo nome, ma viene soprannominato Spartacus. Non riesce proprio a trovare la sua dimensione in quella nuova realtà. Cerca in ogni modo di fuggire dal suo padrone e, quando succede, è guerra aperta contro Roma.

In parallelo alla vicenda dello schiavo che ha deciso di sfidare l’Impero, si rivolge lo sguardo anche alla stessa aristocrazia romana. Come gli intrighi di Batiatus e di sua moglie per guadagnarsi il prestigio dell’Urbe; e come i loschi piani di conquista di Gaio Claudio Glabro e i sotterfugi amorosi di Ilitia a cui piace sollazzarsi con gli schiavi del ginnasio di Battiatus. Una serie che non lascia scampo, piena di colpi scena, che alza il velo sulla cultura dell’epoca senza lesinare nei dettagli.

Una serie che è nata "grazie" al successo di 300

Non è di certo la prima rappresentazione a immagini sul mito di Spartacus. Sicuramente, è la prima che è stata concepita sotto forma di serie tv. È stata creata da Steven DeKight e Robert Tapet (che ha lavorato in passato al successo di Xena, la principessa guerriera), ed è nata come un omaggio alla scenografia e alla fotografia di Frank Miller, che ha portato al cinema film come 300 e Sin City. Proprio grazie all’estetica cupa e violenta del celebre regista e fumettista è stata concepita l’epopea televisiva di Spartacus. Un omaggio al tratto distintivo di un mito della cinematografia di oggi che è stato riprodotto molto fedelmente. E, se sul grande schermo l’effetto è stato azzeccatissimo, in tv non è stato da meno. Dato che è stato adattato il suo stile eccessivo nei dialoghi e nella regia, con fiumi di sangue e fisici da copertina in bella mostra.

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L’anfiteatro campano e la vecchia Capua: dove è nata la vera rivolta di Spartaco?

Il personaggio che rivive nella serie tv, storicamente, ha guidato una delle rivolte più celebri che hanno animato la Terza Guerra Servile che si è abbattuta su Roma. Il trace non è mai giunto in Capitale ma è morto sulla via Appia. La sua rivolta, però, è nata proprio a Capua. Scappò dall’Anfiteatro campano, seguito da alcuni gladiatori che appoggiarono le intenzioni liberali dell’uomo. Per sfuggire all’esercito, Spartaco è arrivato fino alla pendici del Vesuvio, dove i ribelli si scontrarono con una guarnigione locale. Dotati di poche armi, grazie al loro addestramento, riuscirono a scampare più volte alla sconfitta. La morte di Spartaco è avvenuta nel 71 a.C. come riportano alcuni scritti di Plutarco, e sarebbe avvenuta a Pratella, nella odierna Crotone. Sarebbe caduto a causa dell’esercito di Crasso, ma le letture riportano che Spartaco si è battuto comunque con valore. Il suo corpo non è stato mai ritrovato.

La malattia di Andy Whitfield

Poco dopo la conclusione delle riprese della prima stagione, l’attore protagonista di Spartacus ha rivelato al mondo di essere malato di cancro. Per la precisione viene diagnosticato un linfonodo di non Hodgkins, una neoplasia che colpisce il tessuto linfatico. Sottoposto a cure sperimentali, l’attore si è ritirato dalle scene e si è preso una pausa dalla serie tv. Purtroppo, dopo 18 mesi, e nonostante fosse in remissione, Andy Whitfield ha una ricaduta. La malattia ha la meglio e il celebre attore australiano muore, lasciando da soli una moglie e due figli.

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Sulla sua tragica storia, nel 2017, è stato anche realizzato un documentario che oggi disponibile su Netflix. La serie tv però non si è fermata, anche senza la sua star di punta. A causa della malattia di Andy, la seconda stagione è stata posticipata di un anno per dare agio all’attore di riprendersi. Nel 2011, infatti, è stata realizzata una miniserie prequel, dal titolo Gli dei dell’Arena. Qui si racconta la genesi del ginnasio di Batiatus e l’ascesa di Gannicus, il gladiatore. Alla morte di Andy Whitfield, avvenuta nel settembre del 2011, la produzione decide di scegliere un altro attore per il ruolo di Spartacus. Al suo posto c'è Liam McIntyre che convince lo stesso nel difficile ruolo da ricoprire. Dalla seconda stagione tornano anche diversi attori presenti nel prequel.

"Una soap-opera storica". Perché è una serie da vedere assolutamente

Anche se Spartacus è stato presentato come una drama storico, la vicenda in sé si focalizza maggiormente sulle vicende intime e personali del trace e del suo machiavellico piano di vendetta (che nonostante tutto ha lasciato un segno nella storia di Roma). Una vicenda che intreccia mito e leggenda. Miscela così tante situazioni che esce fuori un prodotto di largo consenso, appassionante e a tratti epico, che piace un po’ a tutti perché è sia una serie di nicchia ma che strizza l’occhio al pubblico generalista. È da vedere perché non è il semplice affresco storico.

Lo spin-off mai realizzato sul personaggio di Cesare

Durante la terza e ultima stagione è stato introdotto il personaggio di Cesare, prima ancora che diventasse senatore.

Ebbe un tale apprezzamento dal pubblico che si ipotizzò di realizzare uno spin-off sulle origini del tribuno romano. Il progetto, però, di fatto non è mai stato approvato dal network ed è rimasto nel dimenticatoio. A distanza di anni, non si conoscono le motivazioni per il quale la serie non è mai andata in produzione.

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