Sanremo 2020

Da San Francesco a Elisabetta I: il genio e la follia di Achille Lauro

Non una semplice esibizione quella di Achille Lauro ma una vera perfomance artistica che ha lasciato il teatro Ariston a bocca aperta: da San Francesco a Elisabetta I Tudor, i travestimenti di Sanremo sono stati un inno alla libertà

Da San Francesco a Elisabetta I: il genio e la follia di Achille Lauro

Chi è Achille Lauro? Fino al 4 febbraio era uno dei cantanti più amati dai giovanissimi, conosciuto davi over 20 per la sua partecipazione a Sanremo lo scorso anno, quando al teatro Ariston portò la controversa Rolls Royce. Scoppiò la polemica per il presunto inneggiare alle droghe con quel brano ma in poche settimane nessuno si ricordava più di quello ma in tanti continuavano a cantare Rolls Royce, Rolls Royce.

Quest'anno Achille Lauro è voluto andare oltre, ha voluto portare sul palco di Sanremo delle vere e proprie perfomance artistiche che andavano oltre la mera esecuzione di un brano. È così che Me ne frego, canzone additata dalla solita sinistra come inneggiante al Fascismo prima che venisse anche solo divulgato il testo, è diventata un inno alla libertà di essere e apparire come si vuole, liberi dai giudizi e dai preconcetti imposti dalla società. I suoi look diventano veri e propri quadri, iconografie pop di personaggi storici e non omaggiati da Achille Lauro con la collaborazione di Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, che l'ha vestito.

L'effetto sorpresa sul palco dell'Ariston c'è stato alla prima serata. Il cantante ha sceso le scale con indosso una pesante cappa di velluto nero con decori d'oro e i piedi scalzi. Già così sarebbe stato un look vincente ma a pochi secondi dall'inizio della sua perfomance di Me ne frego, ecco che la cappa scivola giù mostrando una tutina color carne tempestata di cristalli. Uno choc per il pubblico da casa e per quello in sala, che dopo i primi secondi di smarrimento ha iniziato ad apprezzare quel ragazzaccio tatuato e provocatore, che con quel look ha voluto omaggiare niente meno che San Francesco. L'idea di Achille Lauro, nella sua genialità, è fondamentalmente semplice. L'outfit portato all'Ariston il 4 febbraio è stato ispirato dal 5° dei 28 affreschi del ciclo di Giotto presenti nella Basilica superiore di Assisi, rappresentate la svestizione di Francesco. Simbolicamente, Achille Lauro si è voluto svestire di ogni pregiudizio per rompere gli schemi su uno dei palcoscenici più tradizionalisti del nostro Paese.

Per la serata dei duetti, invece, si è trasformato in David Bowie. In tanti l'hanno criticato perché la sua musica e il suo stile sono in parte ispirati al duca bianco e cosa fa Achille Lauro? Lo impersona sul palco del festival di Sanremo, vestendo i panni del suo alter ego Ziggy Sturdust, "simbolo di assoluta libertà artistica, espressiva e sessuale e di una mascolinità non tossica", scrive nel suo profilo. È così vestito che ha voluto rendere omaggio a Mia Martini, portando Gli uomini non cambiano in coppia con Annalisa. Un risultato scenograficamente strepitoso per una perfomance che resterà negli annali.

Nel corso della penultima serata, Achille Lauro è diventato la Divina Marchesa Luisa Casati Stampa. Una donna controtendenza rispetto ai tempi che ha vissuto, che a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento è stata "performer prima della performing art e opera d'arte vivente." Achille Lauro si è presentato sul palco con un enorme copricapo di piume e brillanti, una scultura più che un cappello, e con un lungo abito di chiffon trasparente che ha messo in evidenza i tanti tatuaggi sul suo corpo. Una perfomance completa, che non manca mai dell'interazione con il suo chitarrista Boss Doms, a cui Achille Lauro mette il rossetto con lascivo menefreghismo durante l'esibizione. "Oltre il maschile e il femminile. Oltre gli schemi omologanti di una sessualità politicamente corretta. Oltre la divisione binaria", scrive il cantante.

L'ultima sera è il turno di Elisabetta I Tudor, regina del Regno Unito a cavallo tra il XVI e il XVII. Chiamata anche “la regina vergine”, non ha mai sposato nessun uomo e si diceva sposata alla sua patria. L'ha omaggiata in quanto simbolo di un femminismo libero che non si è mai piegato ai dettami del maschilismo imperante: "Elisabetta I è riuscita a fregarsene, a tener testa agli uomini con cui si confrontava: lo faceva anche attraverso il suo aspetto, indossando abiti larghi sulle spalle, per rendere la propria fisicità imponente quanto la propria personalità e per non essere mai inferiore ai propri interlocutori maschili." Ha baciato Boss Doms, si inginocchiato a lui e poi lo ha respinto, con forza e passione, dimostrando cosa vuol dire per lui la libertà.

Achille Lauro non ha vinto Sanremo ma è arrivato tra i primi 10. Ha concluso all'8° posto ed è forse il risultato che si aspettava. Probabilmente non è arrivato all'Ariston per vincere ma con le sue perfomance, i suoi abiti e la sua visione del mondo ha conquistato il pubblico.

E anche grazie a lui il festival di Sanremo 2020 sarà ricordato come uno dei più avanguardisti.

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