Scossa dai radical chic, la Ferragni può tornare a occuparsi solo di Lgbtq

Aveva fatto sperare molti la presa di posizione della Ferragni contro la violenza di Milano, negata da Sala. Poi, però, l'influencer ha cambiato idea

Scossa dai radical chic, la Ferragni può tornare a occuparsi solo di Lgbtq
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Hi guys! Per qualche attimo, Chiara Ferragni è scesa sulla Terra e si è resa conto di come sta andando il mondo reale, poi è tornata ai piani alti e ha fatto improvvisamente, e sicuramente volontariamente, marcia indietro.

Qualcuno le ha fatto notare che, al di sotto del suo attico di City Life, al di fuori della sua bolla protetta, c'è una Milano che non è solo aperitivi nei locali chic e cene nei privé, e scossa dal suo torpore, ha avuto un barlume di realismo. "Sono angosciata e amareggiata dalla violenza che continua ad esserci a Milano", ha detto Chiara "Bella addormentata" Ferragni. "Ogni giorno ho conoscenti e cari che vengono rapinati in casa, piccoli negozi al dettaglio di quartiere che vengono svuotati dell'incasso giornaliero, persone fermate per strada con armi e derubate di tutto", prosegue l'influencer nel suo sfogo. E sembra davvero credere in quello che dice, tanto che, in uno slancio di coscienza, si rivolge al sindaco per chiedere di intervenire: "La situazione è fuori controllo. Per noi e i nostri figli abbiamo bisogno di fare qualcosa. Mi appello al nostro sindaco Beppe Sala".

Bene, bravissima Chiara Ferragni. È arrivata anche lei. Con appena qualche anno di ritardo, ma è arrivata. Non che abbia detto qualcosa di innovativo, sia chiaro. La sua denuncia è come quelle dei tanti milanesi comuni, che tutti i giorni segnalano e alzano la voce per chiedere maggiore sicurezza ma che vengono bellamente ignorati dagli amministratori. Per questo motivo, per quanto in molti fossero scettici sul suo intervento, in tanti hanno sperato che smuovesse le acque. "Sicuramente ora Sala interviene, l'ha detto anche Chiara Ferragni", è stato il commento più frequente di quelle ore.

E infatti il sindaco di Milano è intervenuto ma, forse con toni e modi inaspettati per l'influencer: "Non rispondo. Non condivido quello che dice, è un'opinione". Ahi, colei che è abituata agli "yes man" e ad avere i radical chic ai suoi piedi deve aver avuto un brutto mal di testa dopo questa risposta, sebbene poi Sala abbia aggiunto: "In questi giorni risentirò il ministro Luciana Lamorgese". Certo, come al solito il sindaco ha negato che a Milano ci sia un problema, ma questa non è una novità. Però uno dice: "Vabbè, almeno un piccolo risultato è stato ottenuto".

Ma a questo punto ecco il colpo di scena: più che essere soddisfatta per la risposta ottenuta da Sala, in un secondo intervento Chiara Ferragni è sembrata più preoccupata di buttare acqua sul fuoco, minimizzando a sua volta il problema con toni da ufficio stampa, direbbero i maligni: "Sono orgogliosa che Beppe Sala confermi di essere ancora di più al lavoro sul tema della sicurezza a Milano, la sua attenta e pronta risposta rafforza la fiducia che ho nelle istituzioni".

E dopo essersi giustificata dicendo che suo sfogo, altro non era che il riportare "un sentiment ormai diffuso a Milano", si è addirittura scusata con il sindaco: "Mi dispiace se le mie parole hanno causato strumentalizzazioni politiche e divisionismi che non mi appartengono". No, i divisionismi e le strumentalizzazioni politiche non appartengono a chi, quando c'è l'hype, si butta sui temi politici.

Certo, sicuramente questo dietro front di Chiara Ferragni è stato totalmente spontaneo e non ha ricevuto nessuna chiamata, nessuna richiesta di spiegazioni per l'improvvisa presa di coscienza che, per una volta, l'ha fatta percepire vicina ai comuni mortali.

Ora può tornare a occuparsi dei temi che veramente sono importanti e utili a tutti, come i diritti Lgbtq. Quelli sì che alzano l'engagement, le portano like, e la fanno sentire importante. Mica i problemi di chi tutti i giorni rischia un furto o una violenza.

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