Cultura e Spettacoli

"Classe Z" racconta la scuola che guarda gli studenti in faccia

Nel film di Chiesa un prof. tira fuori il meglio da elementi da zero in condotta

"Classe Z" racconta la scuola che guarda gli studenti in faccia

Zero studio, zero regole, zero in condotta. E soprattutto elementi classificati come problematici. Tanto che, nell’ultimo anno del liceo scientifico, vengono confinati in una sezione appositamente creata per loro dal preside con l’intenzione di isolarli - per migliorare il rendimento degli altri studenti - in una classe «ghetto». La classe Z, appunto, il titolo del nuovo film di Guido Chiesa in uscita nelle sale il 30 marzo, prodotto da Colorado Film e distribuito da Medusa.

Tra professori che hanno perso ogni speranza di recuperarli allo studio, ce n’è uno, il supplente Marco Andreoli, che tenta di coinvolgerli e di appassionarli, ma esasperato dal disinteresse e dalla continue umiliazioni dei ragazzi, abbandona la classe a metà anno. Salvo poi essere ricercato dagli stessi allievi a cento giorni dall’esame di maturità per farsi aiutare a prendere il diploma.

Girato in cinque settimane dopo un lungo lavoro di stesura, Classe Z è «ad altezza di ragazzi e parla attraverso il punto di vista degli studenti e non dei docenti o dei genitori», come sottolineano il regista torinese e il produttore Alessandro Usai. «Il portale Scuola Zoo (la community studentesca nata nel 2007 che vanta quasi tre milioni di fan su Facebook) e le mie figlie, che mi raccontano come la scuola le stimola poco, sono le fonti da cui ho attinto di più», dice Guido Chiesa al suo settimo lungometraggio. L’obiettivo del regista è affrontare il tema dell’individualismo, sempre più dilagante tra i giovanissimi, nell’era dei social. «Stanno tutti in rete ma in realtà sono soli, quello che fa il professore del mio film è guardare in faccia ognuno di loro, scoprendo ciò che nessuno ha mai visto, e creare un gruppo». Nel film ci si pone il dubbio se l’incapacità di raggiungere buoni risultati scolastici sia legato alla strafottenza e al menefreghismo dei ragazzi o anche alla responsabilità di professori burocrati e annoiati. Di sicuro la pellicola alimenterà il dibattito ma con la sua commedia Chiesa vuole superare gli stereotipi sui giovani e puntare alla credibilità dei sentimenti dei ragazzi. «La missione del cinema di oggi deve essere quella di farsi ascoltare dai giovani che frequentano le sale sempre di meno».

Nel cast Andrea Pisani, che veste i panni del professor Andreoli, Alessandro Preziosi in quelli del preside che distingue studenti di serie A e di serie B, Antonio Catania nel ruolo di un commissario ministeriale. E poi tanti ragazzi, da Enrico Oetiker a Greta Menchi passando per Alice Pagani, Armando Quaranta, Francesco Russo e Luca Filippi. «Tutti gli attori sono stati selezionati dopo aver sostenuto dei provini, senza porre delle differenze tra quelli professionisti e star del web come Greta.

Ciascun interprete si è rispecchiato nel suo personaggio e poi ho creato gruppo, utile su un set così breve».

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