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Un thriller tutto al femminile: l'ultima stagione di Killing Eve

Una spia inglese, una killer su commissione e un intrigo internazionale. Su Tim Vision arriva l'ultima stagione di Killing Eve. Ecco perchè dopo 4 stagioni la serie arriva già al capolinea

Un thriller tutto al femminile: l'ultima stagione di Killing Eve

È come vedere un James Bond in gonnella, senza abiti firmati, senza lussuose automobili e super accessoriate, e senza il glamour e l’arte pop celebrata nei film della spia al servizio di sua Maestà che aveva la licenzia di uccidere. Killing Eve non è un film ma bensì una serie tv che rema contro tutto quello che, fino ad ora, è stato raccontato dal genere dello spy-drama. Conserva la sua essenza, ma va ben oltre tutte le più (rosee) aspettative. Queste caratteristiche hanno trasformato la serie tv inglese, disponibile qui in Italia su Tim Vision, in un piccolo ma grande successo. Baciato dalla critica, vincitore di un Emmy e un Golden Globes, e con uno stuolo di fan sui social, Killing Eve arriva al suo giro di boa nel momento di massimo splendore. La quarta stagione, che è in onda su BBC America e in contemporanea con l’Italia, scrive il capitolo finale per la storia, bizzarra e anticonvenzionale, della spia dell’MI-5 e della killer russa dai lunghi capelli biondi.

Una storia di rara bellezza che ha intrecciato i toni della commedia, del thriller a quelli – appunto – dello spy drama in un miscela pronta a scoppiare da un momento all’altro. Non è una storia facile da portare in tv, questo bisogna dirlo. Infatti, nonostante il grande impegno da parte del cast, Killing Eve non sempre è riuscita a brillare per qualità e ricercatezza del racconto. Costringendo gli sceneggiatori a far calare il sipario sulla storia di Eve e di Villanelle prima del tempo. Resta comunque una serie di alto profilo da non perdere assolutamente.

Una caccia alla spia che diventa un’ossessione, la trama di Killing Eve

La vita di Eve Polastri (Sandra Oh) scorre placida e serena. Lavora all’MI-5 come analista ma conduce un’esistenza senza guizzi. È sciatta nel vestire, beve litri di caffè e sogna di poter vivere una grande avventura. Per una serie di strane circostanze, Eve si trova a indagare sui crimini di una talentuosa assassina, conosciuta con il nove di Villanelle (Jodie Corner). La donna vive a Parigi, integrandosi alla perfezione nella comunità. In realtà è una killer spietata e sociopatica che non ha paura di nulla, neanche della morte. L’incontro con Eve destabilizza le sue certezze. Chi è quella donna così anonima che è riuscita a tenerle testa?

Se da una parte c'è Eve, che insieme a una sgangherata task force di agenti segreti comincia scoprire un intrigo internazionale legato proprio alla figura di Villanelle, dall’altra c’è la Killer che, a piccoli passi, si insinua nella vita dell’agente segreto. Inizia un torbido e coinvolgente gioco al gatto con il topo, in cui Eve e Villanelle sono le due uniche protagoniste. Nemiche, amiche, rivali e amanti peccaminose, sono legate da un filo rosso che è impossibile da spezzare. Arriva molto presto il confronto finale tra le due e… saranno scintille.

L’ex dottoressa di Grey’s Anatomy che ora "lavora" per l’MI-5

Killing Eve ha avuto molto successo non solo per la sua storia così intensa e anti-convenzionale, ma è grazie a un cast variegato che è riuscita a veleggiare alto nel cuore del pubblico. Questo perché lo show ha visto il ritorno in tv, da indiscussa protagonista, di Sandra Oh. Conosciuta per il ruolo della dottoressa Christina Yang che ha ricoperto in Grey’s Anatomy per 11 stagioni, in Killing Eve ha mostrato tutto il suo talento e la sua versatilità come attrice, facendo dimenticare quasi subito il ruolo della dottoressa e amica di Meredith, mostrandosi per una donna capace di passare da un ruolo a un altro con estrema facilità. Non è l’unico ingaggio che ha ricoperto di recente. Infatti, tra una pausa e l’altra, è approdata anche su Netflix nella serie La direttrice nel ruolo di un’insegnate che diventa rettore di un’università.

Ma non è tutto. Perché oltre a Sandra Oh c’è anche Jodie Corner che nella serie interpreta la criptica Villanelle. Al suo primo ruolo importante in tv dopo essere apparsa in White Princess, l’attrice è esplosa in tutto il suo splendore. Premiata proprio perché è stata capace di interpretare con grazia un ruolo pieno di luci e ombre. Dopo Killing Eve è approdata al cinema. Di recente è stata la co-protagonista di The Last Duel.

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Prima della serie tv c’era il libro di Luke Jennings

Un prodotto originale, sì ma che è ispirato a un romanzo di grande successo arrivato qui in Italia grazie a Mondadori. La stampa estera ha definito il romanzo come "un thriller mozzafiato", "una spy-story che sovverte tutti i canoni e che affida la storia a due donne di potere". Ed è proprio così. Con poche pagine – poco meno di un centinaio -, l’autore ha scritto una storia di grande spessore e unica nel suo genere. La serie tv, pur prendendo le distanze dal libro, cattura tutta la sua originalità, portando nel piccolo schermo un prodotto nuovo e dal grande appeal.

Perché vedere Killing Eve?

Sicuramente, le prime due stagioni sono quelle più interessanti. La serie dal terzo capitolo comincia a subire dei contraccolpi, e la decisione di chiudere i battenti dopo una manciata di episodi fa capire come i problemi strutturali sono reali e tangibili. Questo, però, non deve influire sul valutare il progetto nella sua interezza. Killing Eve resta un piccolo ma grande cult per la serialità di oggi. È da vedere perché è brillante, è scostumata, è una serie anticonvenzionale e perché mette in scena una storia diversa dal solito dove sono le donne ad avere il potere, nonostante vivono ancora in un mondo di soli uomini.

Una serie che è diventata “troppo sana di mente”

In un articolo che è stato pubblicato lo scorso anno su Rolling Stones, è stato dedicato un po’ di spazio alla serie di Tim Vision. Da sempre definita un capolavoro di sceneggiatura, il magazine evidenzia come, dalla terza stagione, la serie abbia perso la sua sconsideratezza per scendere a patti con se stessa e garantirsi la sopravvivenza in un affollato panorama televisivo.

Questo dettaglio, pare che sia stato uno dei fattori che avrebbe spinto i vertici a scrivere la parola fine a una serie di rara bellezza, che in realtà è ancora un diamante allo stato grezzo.

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