Cultura e Spettacoli

La tranquilla vita da criminale di Sean Penn

Poche emozioni in sala per l'attore hollywoodiano nei panni di un rapinatore di strada

La tranquilla vita da criminale di Sean Penn

«È sempre stato il mio eroe. Il principe nei miei sogni». Jennifer è Dylan Frances Penn o il contrario, tanto è lo stesso. Lui è un padre assente. Rapinatore di strada. Celebre solo per il palmares criminale. Vita, morte e nessun miracolo di John Vögel che la figlia, oggi giornalista, ha consegnato alle pagine di un libro e Sean Penn ha tradotto in immagini. Al suo fianco la ragazza, nata trent'anni fa dal matrimonio con Robin Wright, una coppia da grandi applausi a Cannes, dove ha assistito alla prima del loro Flag day, film normale e lontanissimo dalle vette del regista.

Jennifer, interrogata da una poliziotta che l'accusa di aver stampato 22 milioni di dollari falsi, racconta la sua vita e quel padre idealizzato. La chiacchierata si trasforma in un lunghissimo flashback dove l'unico sogno a diventare realtà è quello di una ventenne che ama scrivere. Una storia vera che ha appassionato Sean Penn, spingendolo ad adottare il libro di Jennifer Vögel, anche lei presente e sorridente sulla Croisette. Un successo umano e professionale che si riflette in un'opera priva di originalità e talmente scontata da annullare le emozioni sia sul grande schermo sia in platea. Si esce, insomma, con l'impressione di aver bevuto il solito brodino caldo che i trenta e rotti gradi all'esterno non fanno certo venir voglia di mandar giù.

Nessuna infamia ma poche lodi. Colpa della bravura di un artista per il quale l'asticella è sempre altissima e quando fa cose normali scatta la delusione. Questo è il caso di Flag day, una terapia psicologica con cui Jennifer tende a superare il dolore per un padre che ha amato ma non l'ha capita e in tanti momenti è stato maggiore il male o la mancata comprensione subita rispetto alla sintonia cercata e raramente trovata. Sean Penn, rigorosamente mascherato tranne i pochi istanti in cui ha risposto alle domande, ha spiegato la sua attrazione per la scrittura di Jennifer Vögel, alla base del colpo di fulmine per quella tranche de vie e ha tradito emozione e commozione quando una donna nera lo ha ringraziato per il suo impegno nell'emergenza Covid a Chicago. Dalla realtà alla finzione e ritorno il passo talvolta è breve.

Brevissimo.

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