Non è neppure passato tantissimo tempo. Quando è stata l'ultima volta che hai noleggiato un film? Non scaricato, non pagato, ma quando hai messo piede in un qualcosa che assomiglia a un blockbuster, girando tra gli scaffali e ne sei uscito con un dvd o un bluray, insomma hai avuto tra le mani qualcosa di fisico, una custodia e un disco da mettere in un videoregistratore. Quattro o cinque anni, forse. È che sei vecchio e ti ricordi ancora le video cassette degli anni '80, la tessera per i distributori notturni automatici, le discussioni per scegliere un Harry ti presento Sally o una rivoluzionaria passeggiata nel tempo in stile L'esercito delle 12 scimmie. E magari intanto fuori pioveva. Allora pensi che perfino in questi tempi di crisi il presente ha i suoi vantaggi. Nessuno ha mai avuto tanti contenuti così a portata di mano e a costi sempre più bassi. La cultura, nel senso di libri, musica, film, i videogame più stagionati, le serie tv quando è come vuoi tu, le informazioni e purtroppo anche il giornalismo, sono davvero a buon mercato. E se questa è una disgrazia per chi produce cultura, per chi la consuma è una pacchia.
Pensi a tutto questo mentre Mediaset presenta Infinity. Qualcosa che con questa storia ha molto a che fare. Infinity è un servizio di video on demand. La novità ovviamente non è la possibilità di scaricarsi i film. Lo facciamo già da tempo, da signori o da pirati. È il numero e la potenza dei contenuti, i costi e i vincoli. Si parte domani, con cinquemila film (che nel tempo cresceranno), fiction e serie tv, prima le italiane, da aprile quelle straniere. Come funziona. Puoi scegliere un film, scaricartelo e vedertelo più o meno dove vuoi: in tv, sul computer, sul tablet, sul telefonino, sulla consolle. La lista dei dispositivi che funzionano con Infinity comprende infatti tablet (iPad, Samsung, Asus), Smart TV (Samsung, Lg, Sony), decoder HD digitale terrestre, decoder HD satellitare, PC o MAC, smartphone (iPhone, Android) e console giochi (Playstation, Xbox, Wii). Il costo del singolo film va da 2 a 5 euro. Vai, ti registri sul sito di Infinity, carta di credito o affini, e scarichi. Puoi vederlo su cinque piattaforme diverse contemporaneamente. Tu sul telefonino, tuo figlio sulla playstation, tua moglie sul tablet, tua zia sul computer e tua suocera in tv . L'abbonamento, anzi la sottoscrizione, è mensile. Costa 9,99 euro. Non ti obbliga a vita, nel senso che se paghi una volta non è che poi devi fare i salti mortali per disdire. Poi ci sono i film in pay per view. Se non si vuole l'abbonamento mensile si può noleggiare di volta in volta anche un singolo prodotto. Film in anteprima sono disponibili a pochi mesi dall'uscita in sala per 48 ore anche per chi non ha una sottoscrizione attiva. In questo caso il costo del singolo noleggio varia da 3 a 5 euro con uno sconto fino al 50% per chi è già cliente.
È chiaro che la tv è già cambiata. La forza delle tv generaliste non è solo il palinsesto, ma i diritti di proprietà su un volume di contenuti frutto di anni di storia. Il grande nemico è quindi per loro la pirateria. La sfida del futuro è invece la creatività. Questo è un periodo molto simile alla nascita delle radio libere e delle tv commerciali. Le barriere del duopolio italiano sono molto più basse, i grandi network hanno vantaggi competitivi forti, ma c'è spazio per arrivare al consumatore «televisivo» dal basso. Negli Stati Uniti le fiction e le serie televisive indipendenti sono in grande fermento. Trovare spazio tra i giganti non è mai facile, ma c'è sempre un Davide, come lo fu un tempo la stessa Mediaset, in grado di fare centro, di sconfiggere il Golia di turno.
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