Oddio come siamo caduti in basso. Surclassati da Firenze e Bologna, lontanissimi da piccole realtà come Belluno, Rieti e Biella.
Di cosa stiamo parlando? Della classifica sullindice di sportività delle provincie italiane, stilata dal Gruppo Clas (società di ricerca operante nel settore dal 1989) e pubblicata ieri dal Sole 24 Ore. Milano arranca in 26° posizione, superata anche da Treviso, La Spezia e Piacenza. Dietro, tra i grandi centri, solo Torino, Napoli e Palermo.
I dati sono relativi al 2007 e si basano su di uninfinità di parametri. Numero di società sportive presenti sul territorio e iscritte ai campionati, risultati conseguiti nel corso della stagione, fattori di natura sociale ed economica, numero di imprese sportive per bambini e disabili, spesa per le manifestazioni sportive, densità delle palestre e dei centri di medicina sportiva. Le discipline prese in considerazione sono in tutto 52, di cui 43 olimpiche. La palma di provincia più sportiva della Penisola spetta a Firenze, seguita a ruota da Trento e Parma.
Fin qui tutto chiaro. Ma come è possibile che in base a questi criteri Milano sia dietro a Grosseto o ad Aosta? Ok, non è più la Milano degli anni Ottanta o di inizio anni Novanta, che primeggiava in quasi tutti i campionati maggiori, ma a leggere certe graduatorie cè il rischio di cadere dalla sedia. La risposta è semplice: Milano sopravvive quasi unicamente grazie al calcio.
Fin quando si parla di pallone, infatti, si difende ancora benissimo. Seconda, dietro allinarrivabile Firenze. Merito soprattutto dellannata di grazia di Milan (campione dEuropa e del Mondo) e Inter (scudetto 2006-2007). Ma al di fuori del rettangolo verde la situazione è tragica. Nelle altre 51 discipline Milano compare nei primi cinque posti solo per quanto riguarda lhockey sul ghiaccio, dove è quinta. Va ricordato però che le statistiche si riferiscono allanno passato e non tengono conto del recente fallimento dei Vipers. Logico aspettarsi un crollo anche qui per il 2008.
Preoccupante poi il dato sui grandi sport individuali. Atletica, ciclismo, nuoto, sci, tennis, automobilismo e motociclismo, per intenderci. Milano è addirittura 66°, alle spalle anche di piccole provincie del meridione come Enna e Matera. Da rabbrividire. Se lo sport milanese perde colpi a livello professionistico, di certo non sta benissimo nel rapporto con la società civile. Quarantaduesimo posto, peggio della vicina Lodi, di Gorizia e Campobasso.
È tutto un flop dunque? Non proprio.
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