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Così si "disfa" l'Italia. Gli estremismi di Mancio le uscite a vuoto di Gigio

Il ct dagli umori radicali azzarda troppo. Donnarumma sbaglia coi piedi e la lingua

Così si "disfa" l'Italia. Gli estremismi di Mancio le uscite a vuoto di Gigio

Lo scarso numero di spettatori su Raiuno martedì sera è diventato quasi motivo di consolazione. Perché la figuraccia è stata notevole ed è destinata a restare nell'almanacco azzurro quale punto più basso della prestigiosa storia nazionale dopo le due consecutive esclusioni dal mondiale 2018 e 2022. La bastonata subita al Borussia Park unita a quella inglese con l'Argentina all'alba di giugno, sono gli opposti estremismi suggeriti dalle scelte del ct Mancini.

La prima: è accertato che il sentimento della riconoscenza nei confronti dei protagonisti dell'europeo si è rivelato un cattivo consigliere, specie quando c'è in palio un trofeo e si è a fine stagione con una striscia inquietante di calciatori infortunati, spolpati e/o poco motivati (i due laziali che han lasciato Coverciano contro il parere del ct). La seconda: mandare allo sbaraglio uno schieramento mai provato prima, è stato un altro errore che può capitare in particolare a un tecnico come Mancini dagli umori radicali. Il calcio italiano non è quello preso a berle dai tedeschi e nemmeno quello messo sotto da Messi. Forse la lezione più interessante da trarre è quella riservata appunto al suo leader: le rivoluzioni, sia pure necessarie, come quelle attuali nel club Italia, si possono preparare in allenamento, non certo quando si va a sfidare la Germania.

C'è un secondo capitolo da esaminare riferito all'amara serata tedesca e riguarda Gigio Donnarumma. Intendiamoci: non perché sia stato il peggiore della compagnia, altri come Calabria e Bastoni hanno meritato stroncature più decise. Nella fattispecie riguarda il comportamento davanti ai microfoni dove il portiere si è presentato con i gradi di capitano. Quel suo evidente fastidio dinanzi al quesito elementare della giornalista e la segnalazione degli errori commessi in partita documentano di un ragazzo chiamato a recitare un ruolo, non solo calcistico ma anche professionale, immensamente più grande di lui. Gigio ha messo qualche chilo in più, con i piedi invece di migliorare è peggiorato, ha patito la concorrenza con Navas che non è destinata a concludersi, e in particolare avendo poco giocato col Psg ha probabilmente smarrito la bussola nell'orientarsi tra i pali.

Da un anno a questa parte, Donnarumma si è lasciato guidare dal mantra dell'agenzia Raiola che mette al primo posto il guadagno invece della carriera. Lui è un patrimonio del calcio azzurro e andrebbe difeso oltre che educato da chi gli ronza intorno adulandolo con definizioni (tipo il portiere più forte del mondo, ndr) che non corrispondono alla realtà. Perché il numero uno in quel ruolo, come certificheranno le prossime premiazioni, si chiama Courtois, gioca nel Real Madrid e ha appena vinto la Champions league da protagonista assoluto. Se il Psg e l'agenzia Raiola non saranno in grado di aiutarlo in questo senso, sarà bene che la pratica passi nelle mani di Roberto Mancini.

Perché il ct e la sua Nazionale avranno bisogno di un altro Donnarumma, con i piedi e con la lingua diverso da quello che abbiamo visto e ascoltato martedì notte.

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