
Non deve essere male avere un compagno di scuola come Kimi Antonelli. Ti invita al paddock di Imola, ti accompagna ai box spiegandoti qualche segreto della sua Mercedes, ti organizza un giro di pista con il camion utilizzato per la parata pre gara. Il tutto con il sorriso sempre innescato, anche se questo per lui non è un weekend come gli altri. Corre sulla pista a mezz'ora da casa sua, dove ha dormito l'altra sera quando ha fatto tardi per festeggiare in piazza con gli amici la Coppa Italia del Bologna. Per una sera ha cercato di fare il ragazzo normale. Partita con gli amici e bandiera pronta a sventolare. «Il weekend a livello emotivo sarà notevole e dovrò gestire bene le energie, senza sprecarle in cose inutili. Sarà importante non trovarsi in riserva ma ho al mio fianco persone che mi aiuteranno in questo. L'entusiasmo però potrà dare anche energia per fare bene», ha raccontato in conferenza stampa, quando la F1 lo ha messo al centro della giornata di vigilia. «Sarà favoloso scendere in pista davanti a tanti fan, alla mia famiglia, ai miei amici. Spero ci siano più bandiere per me che per la Ferrari, ma sarebbe strano che succedesse. La Ferrari è qualcosa di davvero grande e non ci resterei certo male». L'altro giorno aveva raccontato di come da piccolo fosse un tifoso Ferrari, ma anche come non abbia avuto dubbi quando Toto Wolff lo ha chiamato per ingaggiarlo: «Poi un giorno chissà».
Oggi per fortuna non guida una Ferrari. La Mercedes sa come proteggerlo, gestirlo, aiutarlo nella sua crescita umana e professionale. Lui oggi ricambierà a modo suo portando in pista lasagne per tutti. Sa come farsi volere bene. Intanto, entrando nel motorhome Mercedes ha trovato ad attenderlo il messaggio che Lewis Hamilton gli aveva lasciato l'anno scorso. «Il biglietto che Hamilton mi ha scritto spiega che persona è al di là del pilota. Riceverlo da lui, uno dei migliori della storia, è fantastico. E lo uso anche come motivazione per andare in pista e fare del mio meglio, adesso lo metterò in una cornice e lo appenderò alla parete della stanza dove mi cambio. Voglio vederlo ogni volta che arrivo in pista».
La sensibilità di Lewis ha colpito ancora una volta. Ha voluto dare il benvenuto a chi avrebbe preso il suo posto, gli ha lasciato un po' di consigli e qualche istruzione per l'uso. Anche per lui Imola è un weekend diverso, il suo primo Gp italiano con una tuta Ferrari. Leclerc gli ha lasciato tutto il peso della vigilia perché era indisposto e non si è fatto vedere in pista (oggi non dovrebbero esserci problemi).
«Correre in Italia da ferrarista mi eccita, ma anche se ho appena finito una riunione con gli ingegneri parlando di come vincere qui, so quanto sarà difficile. Non abbiamo ancora sbloccato tutte le prestazioni dell'auto, ma se anche dovessimo farcela qui non credo possa bastare a raggiungere le McLaren». Non serve illudersi. Meglio puntare su Kimi.
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