Il bilancio milanista della Guinness internacional Champions Cup è il seguente: 3 (partite perse), 10 (gol subiti), 1 (gol fatti). Un debutto così avrebbe stroncato anche un condottiero nato come Mourinho! E invece Pippo Inzaghi è riuscito, in uno sforzo molto apprezzato, a nascondere tutte le sue ansie e a intravedere la classica lucina in fondo al tunnel. «Mi è piaciuto lo spirito, siamo stati un po' ingenui, la squadra deve scrollarsi le paure della scorsa stagione», la sua sintesi dopo il terzo ko americano, 2 a 0 dal Liverpool. In effetti qualche segnale confortante è arrivato in particolare dalla condizione fisica (e se non fosse così saremmo al disastro atomico!), quest'anno affidata nuovamente alle cure di Daniele Tognaccini, storico preparatore e responsabile di milan-lab al quale andrebbe solo raccomandato, di questi tempi, di evitare paragoni impegnativi tipo «il modello sono gli All Blacks e il loro senso di appartenenza» perché invece di cementare la fiducia nel Milan che verrà moltiplicano gli sfottò e la depressione tra il popolo dei tifosi. La chiosa più attendibile è arrivata, come al solito, da un vecchio saggio che s'intende della materia e ha conosciuto benissimo Pippo Inzaghi calciatore, Marcello Lippi insomma, attualmente ancora in Cina ma sempre perfettamente informato delle vicende di casa nostra. «Inzaghi ha passione ed entusiasmo, il club è dalla sua parte ma i risultati dipenderanno dalla qualità della rosa» è stato il commento che ha riaperto il dibattito sulla cifra tecnica del Milan attuale e sui responsi provenienti dalla terza sfida in terra Usa.
Per esempio Essien si è mostrato «inadeguato» per usare un aggettivo molto di moda in federcalcio, nel ruolo di regista centrale. E non solo perché ha perso il pallone che ha procurato il primo feroce contropiede del Liverpool, ma anche per la perfomance complessiva. È vero: bisognerà del suo arrivo ringraziare ancora l'osannato (solo da alcuni) Clarence Seedorf che voleva cambiare (con quali soldi di grazia?) 2/3 del vecchio gruppo, ma forse anche Essien andrebbe rottamato. Gabriel, il giovane e promettente portiere brasiliano, si è ormai specializzato nel ruolo di kamikaze che in passato appartenne a un portierone con i fiocchi, Giorgio Ghezzi, copyright di Gianni Brera. In una delle sue uscite folli ha travolto e mandato ko De Sciglio (dovrà stare fermo 3 giorni): non ha chiamato la palla, fanno sapere da Charlotte. E sul punto (rosa dei portieri) bisognerà prendere decisioni: Agazzi non ha convinto, Gabriel continua a procurare danni, solo il vecchio Abbiati (rigore parato provocato da uno sciagurato fallo di Rami) ha retto all'insulto del tempo.
Infine è sempre vivo il dibattito su Balotelli. Dai tifosi del Liverpool presenti allo stadio è stato accolto con boati e applausi di simpatia, segno di un idillio che potrebbe anche trasformarsi in qualcosa di più consistente se le voci di un viaggio inglese di Raiola fossero confermate. Perché è vero che Inzaghi ha ripetuto di essere soddisfatto anche «del Balotelli finto centravanti alla Totti» ma come si capisce dalla stessa espressione, non è proprio l'ideale immaginato dallo stesso Pippo che ha sempre pensato a un centravanti capace di occupare l'area di rigore oltre che rispettare le consegne tattiche arrivate dalla panchina. Sulla materia bisognerà attendere gli sviluppi provenienti dal mercato che è diventato ormai il fronte aperto del Milan di Inzaghi. Il suo arrivo (basta rievocare il clima del raduno datato 10 luglio) ha fatto registrare entusiasmo e fiducia cancellati dai primi risultati e dalle prime prove.
Così l'obiettivo numero uno esposto dal tecnico debuttante il giorno del suo arrivo ufficiale («dobbiamo riportare i tifosi a San Siro») è già diventata una chimera. Nell'attuale scenario, come ha scritto uno dei tanti tifosi milanisti sui blog in voga, la lucina intravista in fondo al tunnel potrebbe anche annunciare l'arrivo di un treno!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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