L’Atalanta specchio dell’Italia che non si piega e che sa ancora stupire

Era già in gran forma prima del coronavirus. Dopo la ripartenza della serie A ha continuato la sua marcia trionfale blindando il quarto posto

L’Atalanta specchio dell’Italia che non si piega e che sa ancora stupire

Era già in gran forma prima del coronavirus. Dopo la ripartenza della serie A ha continuato la sua marcia trionfale blindando il quarto posto. Stiamo parlando dell’Atalanta simbolo di una città, Bergamo, falcidiata dalla pandemia. La squadra di Gian Piero Gasperini sembra proprio non aver perso la freschezza e la vitalità che l’ha contraddistinta in questi ultimi anni. Nonostante i mesi di quarantena forzata e l’impossibilità di allenarsi per molto tempo, la compagine orobica si sta confermando forte e determinata nel raggiungere il suo obiettivo, ovvero la partecipazione alla Champions League. E rispecchia un po' l'immagine dell'Italia che non si piega di fronte alle difficoltà e riesce sempre a tirare fuori il meglio di sé.

Bergamo e l’Atalanta

Bergamo ha vissuto tre mesi orribili. Nessuno ha dimenticato il rumore delle ambulanze e i camion dell’esercito che uscivano dal cimitero della città trasportando le salme destinate ad altri obitori perché quello del capoluogo lombardo era pieno di bare.

In tutto questo, lo scorso 10 marzo l’Atalanta ha dato una gioia ai suoi tifosi e alla città, raggiungendo i quarti della massima competizione continentale per la prima volta nella sua storia. In quei giorni a Bergamo si vedevano i primi segnali che la situazione era molto critica. I casi di Covid potrebbero però essere esplosi dopo Atalanta-Valencia, giocata il 19 febbraio a San Siro. In quell'occasione arrivarono al Meazza 45 mila tifosi provenienti dal territorio bergamasco. Massimo Galli, primario del reparto malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano aveva sottolineato che "certamente quella partita può essere stata un importante veicolo di contagio. Penso che l’epidemia sia partita prima, nelle campagne, durante le fiere agricole e nei bar di paese. Ma il fatto di concentrare decine di migliaia di persone della stessa zona nello stesso luogo può essere stato un importante fattore di diffusione". Inoltre, il tecnico atalantino ha rivelato che era stato male il giorno prima della sfida di ritorno a Valencia. "In panchina non avevo una bella faccia - aveva spiegato l'allenatore piemontese -. Era il 10 marzo. Le due notti successive a Zingonia ho dormito poco. Non avevo la febbre, ma mi sentivo a pezzi come se l’avessi avuta a 40".

Sono stati momenti paradossali perché la squadra non ha potuto festeggiare un traguardo così importante ma ha dovuto immergersi in un contesto molto particolare e insolito come quello del Covid. E si è stretta intorno alla città così come hanno fatto i tifosi, che hanno partecipato alla costruzione dell’ospedale da campo allestito nella Fiera. Gli alpini avevano chiesto degli imbianchini e gli ultras della Dea hanno infatti risposto alla chiamata delle Penne nere. Un esempio concreto e tangibile di come una comunità affronta le emergenze.

Bergamo e l'Atalanta hanno un legame indissolubile perchè entrambi sono abituati a lavorare sodo e a lottare per ottenere risultati importanti. L'hanno fatto medici, infermieri e volontari per contrastare un virus sconosciuto che si è portato via troppe vite. L'hanno fatto e continuano a farlo i ragazzi di Gasperini. Corsa e pressing sono le sue armi migliori. La compagine orobica non ha cambiato la sua filosofia e riesce ancora a stupire. Ha ripreso il campionato con tre vittorie su altrettante gare, 10 gol fatti, 80 reti dall'inizio del torneo e miglior attacco della serie A.

Sicuramente l'Atalanta sta dando il proprio contributo per far respirare un po' di normalità alla sua città e ai suoi tifosi.

"Quanto accaduto non verrà cancellato, ha capovolto la nostra vita, la vita di tutti, qui in particolare - aveva detto Gasperini alla vigilia della gara contro il Sassuolo - e forse fra un pò di tempo capiremo perchè Bergamo, che l'ha pagata pesantemente, è stata l'epicentro di questo virus".

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