MCè un nome che gira e rigira adesso sulla triangolazione Milano-Torino-Roma. È quello di Guido Rossi. Perché il dossier Palazzi che scuote il mondo del pallone e che verosimilmente porterà alla revoca dello scudetto del 2006 allInter ora ruota attorno a lui. Allo scoppio dello scandalo Calciopoli e con i vertici della Figc coinvolti (il presidente Carraro e il vicepresidente Mazzini furono travolti dalle intercettazioni e dallinchiesta), questo potente avvocato fu scelto come commissario della Federazione. Era il volto considerato presentabile del calcio italiano stravolto dalla bufera giudiziaria. Cerano i Mondiali, dissero. Cera bisogno di qualcuno giudicato credibile: a scegliere Guido Rossi fu il governo Prodi, in particolare dal ministro Giovanna Melandri. Perfetto per loro: uomo di sinistra, da sempre. Ma ovviamente la sinistra chic e ben agganciata. Per tre anni (dal 1989 al 1992) era stato anche deputato di Sinistra Indipendente. Poi arrivò Tangentopoli e lui, avvocato daffari della Milano bene, si schierò apertamente dalla parte del pool. Giustizialista lo è sempre stato. Così come è sempre stato interista.
Eccolo il nodo, che non si scioglie e non si scioglierà. Il buco nero del post Calciopoli è questo dettaglio non trascurabile per nessuno e tantomeno per i tifosi delle squadre punite dalla giustizia sportiva con la retrocessione o la penalizzazione. Guido Rossi era un signore conosciuto a una nicchia di persone: il mondo della finanza, il mondo degli affari, il mondo di una certa politica, meglio se legata a finanza e affari. «Non c'è vicenda discussa, nell'olimpo della banca e finanza, in cui manchi da 30 anni il suo zampino. Ne ha viste e fatte più di Bertoldo, ma lui sopravvive alle tempeste, gli altri ci rimettono le penne. È Guido Rossi. Nemico di Enrico Cuccia, ha imparato l'arte da lui», scrisse una volta Panorama.
Non era un personaggio pubblico, però. Calciopoli e tutto quello che ne è seguito lhanno trasformato in questo: un popolare volto da stadio, più odiato che amato, perché nemmeno i tifosi dellInter lhanno mai adorato. E questo nonostante sia stato lui in persona a dare al club milanese lo scudetto del 2006. Lo dice la storia, oltre che varie testimonianze: la commissione dei saggi istituita per decidere che cosa fare di quel campionato, aveva espresso lintenzione di non assegnare ad alcuno la vittoria. Guido Rossi si impuntò: spinse perché fosse assegnato allInter, cioè alla prima squadra in classifica non toccata dallo scandalo. Peccato che fosse anche la sua squadra, non solo come tifo: dal 1995 al 1999 lavvocato milanese fu membro del consiglio di amministrazione del club nerazzurro. Non proprio un esempio di limpidezza. Lo scudetto fu assegnato e lo chiamarono scudetto degli onesti.
Da allora Guido Rossi è detestato da juventini e milanisti.
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