A muso duro contro lo "squalo" Jordan ma Rino è "pericoloso" pure quando esulta

Ancelotti e Lippi frullati. Liti, schiaffi. E a "Scherzi a parte"...

A muso duro contro lo "squalo" Jordan ma Rino è "pericoloso" pure quando esulta
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La suggestione dell'«uomo forte» va in gol sui social. Nelle chat - quelle che hanno sostituito nei toni «pacati» e nei contenuti di «alta qualità» - la suburra dei vecchi «Bar Sport» - è tutto un profluvio di: «Finalmente uno capace di attaccarli al muro...». Glissando sul fatto che quelli da «attaccare al muro» sono milionari viziatelli già insofferenti alle critiche, figuriamoci alle... «attaccate al muro». Sulla grinta del difensore campione del mondo che in carriera ha vinto in maniera inversamente proporzionale ai flop collezionati da allenatore non ci sono dubbi. Ma la domanda è: basterà la «garra» per risollevare dalla polvere una nazionale in macerie che il caterpillar Spalletti ha solo rimescolato. Fatto sta che per dare una scossa alla squadra Gattuso sembra perfetto. Lui, di scosse, se ne intende. Dopo la bullizzazione subita dallo Gascoigne nel '97 quando giocavano insieme nei Rangers (Gazza gli fece trovare i calzettoni ripieni di una sostanza marrone che non era Nutella...), Ringhio non ha avuto più paura di nulla. In campo e fuori. Solo lui poteva affrontare a muso duro (con tanto di manata in faccia) un tipetto altrettanto tosto come lo «squalo» nervoso come Joe Jordan. Scena degna del film «300» con lo spartano Leonida (Gattuso) in guerra contro il persiano Serse (non Cosmi, ma Jordan), solo che non siamo alle Termopoli nel 480 a.C, ma a San Siro il 15 febbraio del 2011: il Milan ospita il Tottenham per l'andata degli ottavi di Champions; Gattuso viene alle mani con Joe (nella foto), ex milanista, e all'epoca allenatore in seconda degli Spurs. Più o meno stessa scena tra Rino e Felipe Melo, mentre andò peggio a un assistente di Gattuso che si beccò un schiaffone per aver ritardato l'indicazione del giocatore da sostituire. E poi liti plateali (con De Zerbi e Nedved), ma anche quando è felice e mostra entusiasmo Gattuso può risultare «pericoloso» per chi gli capita a tiro, come sa bene Carlo Ancelotti frullato per il bavero dopo una vittoria in rossonero e Marcello Lippi preso per il collo dopo un trionfo azzurro. Capitolo a parte per i rapporti con i giornalisti. Mitica la conferenza stampa a Creta del 2014 quando allenava l'OFI in crisi di risultati: «Is cazzate, shit malakia. One hundred percent malakia». Traduttore nel pallone e roba che il celebre «Strunz!» del Trap era, quasi, da Accademia della Crusca. Due mesi fa nelle vesti di tecnico dell'Hajduc, un diverbio in diretta tv con l'ex calciatore Jelicjc: «Sei una brutta persona. Parli troppo, devi portare rispetto».

E quella volta, nel 1999, quando fu vittima di «Scherzi a parte» col cane «Ringhio» che gli distrusse gli interni dell'auto? Nell'occasione Ringhio (non il cane, ma Rino) non aggredì nessuno. Ma forse solo perché una gola profonda l'aveva avvertito che si trattava di uno scherzo.

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