Stabili comunali, sì alla vendita ma non per comprare case Aler

Con i soldi di piazzale Dateo la Cdl chiede di finanziare un altro piano. Gli alloggi popolari ai ceti medi

Chiara Campo

Dopo oltre due ore di riunione a Palazzo Marino, ieri i consiglieri di maggioranza hanno messo per iscritto le «condizioni» che oggi detteranno in aula alla giunta perché la vendita degli stabili comunali di via Cicco Simonetta, Cesariano e piazzale Dateo venga approvata dal consiglio. La scorsa seduta era saltata per una strategica mancanza del numero legale. La Cdl aveva ancora troppi elementi da chiarire, dall’elenco delle case che si acquisterebbero coi soldi della privatizzazione, alle proteste perché pochi appartamenti sarebbero subito pronti da assegnare agli sfrattati e perché la fascia media dei milanesi verrebbe troppo danneggiata dall’operazione.
La prima delibera approvata dalla giunta prevede la vendita in blocco dei 45 alloggi di via Simonetta e Cesariano, per completarne 159 ora inagibili: i lavori partirebbero la prossima primavera e durerebbero circa un anno. Con la seconda si metterebbe in vendita lo stabile di piazzale Dateo, 157 appartamenti, per acquisire subito gli stabili Aler di via Pompeo Leoni e Rubattino (127 alloggi pronti) e in un secondo tempo un’altra palazzina in via Rubattino e una in viale Zama (86 alloggi, pronti tra 2006 e 2007). Ma mentre la maggioranza oggi è pronta a dare subito il via libera alla vendita di due stabili, per piazzale Dateo, che andrà in aula la prossima settimana, il sì è «condizionato»: i quattrini devono cambiare destinazione. «Nel primo caso non ci sono più problemi - afferma il capogruppo di An, Stefano Di Martino -, presenteremo emendamenti perché l’acquisto di immobili in via Eritrea, già acquistati con fondi regionali, venga stralciato, e faremo l’elenco dettagliato degli alloggi che si andranno a ristrutturare». Con i soldi di piazzale Dateo invece la Cdl chiede di non acquistare più gli stabili Aler, ma fare altre ristrutturazioni e finanziare il Piano casa: «Aler metterà comunque sul mercato gli alloggi a prezzi agevolati per le fasce medie, ad esempio giovani coppie, che non hanno i requisiti per le case popolari ma neanche i mezzi per comprare alloggi di pregio - spiega il capogruppo di Forza Italia, Manfredi Palmeri -. In questo modo libereremo un’offerta vantaggiosa per i ceti medi e destineremo comunque i fondi a favore delle fasce più bisognose».
Il vicesindaco Riccardo De Corato però frena: «Le ristrutturazioni richiedono più tempo, e dovremmo essere sicuri di garantire agli sfrattati la stessa porzione di alloggi che procureremmo con l’acquisto degli immobili Aler: due palazzine sono già pronte. Esamineremo la proposta con sindaco e capigruppo, ma ci sono molte perplessità». Ieri alla rinione di maggioranza ha partecipato anche l’assessore leghista al Demanio Guido Sanavio, che ha lavorato con i consiglieri per produrre le alternative alla delibera di giunta.

Il capogruppo della Lega Matteo Salvini mantiene però ancora delle riserve sulla vendita di Dateo, anche a queste condizioni: «Non ci sono ancora elementi chiari sulla destinazione degli alloggi, ad oggi non possiamo assicurare il voto».

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