Franco Fayenz
Ritorna a Milano Uri Caine. Lultima volta, il 5 novembre scorso, è stato apprezzato come pianista elettrico del quintetto di Dave Douglas. Adesso arriva con una delle proposte più celebri e temerarie, il Mahler Project con il quale è decollata, undici anni fa, la sua notorietà internazionale. Lappuntamento è per domani alle 21 allAuditorium di Milano a cura del Teatro Parenti, nellambito dello splendido cartellone «Stranieri fra tutti i popoli del mondo» (sottotitolo: armeni, ebrei, zingari, neri, sognatori e musicisti) che proprio per ciò ha un affascinante coefficiente di alea e di azzardo. Ricordiamo che il Teatro Parenti viene ospitato dallAuditorium essendo la sede di via Pier Lombardo in fase di ristrutturazione. Caine si presenta con il suo Ensemble composto da Ralph Alessi tromba, Joyce Hamman violino, Chris Speed clarinetto, Michael Formanek contrabbasso, Clarence Penn batteria e dal dj Olive. Nel programma del concerto figurano fra laltro il primo movimento della sinfonia n. 5 di Mahler, il terzo della Prima, il famoso Adagietto della Quinta e I often think they have merely gone out dai Kindertotenlieder, tutti naturalmente nella reillustrazione di Caine. Il maestro di ermeneutica biblica Haim Baharier sarà presente per accompagnare con le sue riflessioni questi percorsi interpretativi. Nella presentazione del concerto si legge che per comporre le sue sinfonie e i suoi lieder Mahler si era ispirato a una quantità di motivi popolari del suo Paese e del suo momento storico, vale a dire la Mitteleuropa e la fine dellimpero austroungarico: marce militari, balli da sala, musiche contadine, musiche della tradizione ebraica, campane, sonagli e percussioni. «Non siamo tanto distanti - ha sostenuto più volte Caine - dalla scena downtown di New York che si alimentava dei generi musicali più triviali per arrivare ai livelli di sofisticazione compositiva che hanno prodotto lhighlight della musica contemporanea». Per questo, piuttosto che interpretare le composizioni di Mahler (e poi di molti altri) alla lettera, Caine ha scelto di estrarne il coté popolare più facilmente riconducibile alla sua esperienza jazzistica.
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