da Viterbo
Il ritrovamento di un grosso topo morto allinterno di una scuola a Viterbo ha scatenato la protesta degli studenti, che hanno scioperato, e la risposta secca del preside che, in una circolare, li ha accusati di vari reati, compreso il sequestro di persona perché è stato impedito a chiunque di entrare, sostenendo anche che qualcuno ha inventato ad arte lepisodio del topo come pretesto per fare lo sciopero.
Protagonisti della vicenda sono stati gli studenti dellIstituto tecnico industriale e per geometri «Alessandro Volta», una delle scuole più grandi della provincia viterbese per numero discritti, e il preside, Giulio Giampietro. Un episodio che ha fatto ricordare a qualcuno che proprio lattuale preside Giampietro è stato uno tra i principali animatori del movimento pacifista viterbese e che proprio lItis fu la prima scuola della città a essere occupata dagli studenti nel 1969.
«In occasione dellastensione collettiva dalle lezioni - ha scritto il preside nella circolare - sono stati commessi i seguenti reati: offesa, per gli epiteti urlati durante la protesta; minacce, perché è stato gridato «guai a chi entra»; sequestro di persona, perché è stato impedito a chiunque di entrare e uscire dallistituto; interruzione di pubblico servizio, perché sono stati sbarrati i cancelli dingresso; di intralcio alla circolazione, perché i manifestanti hanno ostruito la strada antistante la scuola».
Gli studenti, nei giorni scorsi, hanno organizzato uno sciopero per chiedere la disinfestazione dellistituto, richiesta motivata proprio dal ritrovamento del topo morto in uno dei laboratori della scuola, ma respinta dallo stesso preside.
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