Per studiare geografia in tempi di lockdown

"Hey, teachers, leave those kids alone". Lo raccomandavano anche i Pink Floyd, ma col virus i ragazzi, in alcuni casi, sono stati fin troppo lasciati soli dai loro insegnanti

Per studiare geografia in tempi di lockdown

«Hey, teachers, leave those kids alone». Lo raccomandavano anche i Pink Floyd, ma col virus i ragazzi, in alcuni casi, sono stati fin troppo lasciati soli dai loro insegnanti. Così il tanto demonizzato thoughts control, controllo del pensiero, stigmatizzato nella loro canzone, è stato esercitato proprio da computer e app.

Da sempre i ragazzi sono «avanti» e si sono spesso trasformati nei nostri insegnanti in fatto di informatica. Così, alla vigilia della ripresa delle lezioni «in presenza» come usa dire oggi -, qualcosa rimane e di molto buono nella Dad, la didattica a distanza che proprio di app e tecnologia ha bisogno per essere efficace. Matematica, lingue straniere e geografia: le materie «applicate» sono infinite. Alcune aiutano, altre sono una scorciatoia a pallottoliere e tabelline, ma tant'è: è il progresso, bellezza. Così per tradurre da una lingua all'altra, e quindi anche per fare conoscenza e conversazione, senza patemi e senza troppi master, ci sono Babble e il più completo Flash my brain: tu parli e loro traducono. Fra teoremi ed equazioni, non si vive senza Soulver per fare calcoli complessi, mentre per la geografia è un must Around me (sopra) che serve per non confondere, come certi politici pre-app, il Libano con la Libia, anche se non farà di noi dei novelli Tolomeo.

Dimenticate la fatica di prendere appunti con Simplenote o Evernote e l'ansia poi di sbobinare le lezioni: oggi c'è, fra gli altri, Dragon dictation, evoluzione del Dragon naturally speaking che fu fra i pionieri dei sistemi di riconoscimento vocale. Per controllare una citazione e anche per creare una bibliografia per le scuole superiori, non servono né più ore in biblioteca né buona memoria, basta smanettare su Mla Citation generator.

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