«E alla fine Roma premia il film scartato a Venezia», titolava domenica in prima pagina il Corriere della Sera. E il giorno dopo, essendo arduo a quel punto far marcia indietro, raddoppiava: «A Roma 17 film scartati da Venezia», incluso il russo Playing the victim destinatario del Marc'Aurelio. Il numero fa certo impressione, peccato che non seguano dettagli, nomi, titoli (mentre il Giornale certificò, uno per uno, i dieci film del concorso romano passati a Toronto e New York). Tra la Mostra e la Festa non corre buon sangue, anzi scorrerà di nuovo il sangue, nonostante le patetiche dichiarazioni d'amore di Croff e Bettini. Però il Corriere fa disinformatjia, grossolana ancorché furbetta, quando confonde ad arte le «Giornate degli autori» con la Mostra vera e propria. Chiunque sa che le «Giornate» sono una sezione autonoma, gestita dall'Associazione degli autori e governata da un curatore, Fabio Ferzetti, che non risponde alla Biennale; mentre la Mostra ha un direttore, Marco Müller, che sceglie i film insieme ai suoi cinque selezionatori. Sovrapporre l'una all'altra significa non rendere un buon servizio alla verità.
Sarebbe bastato telefonare a un commissario veneziano per risparmiarsi l'infortunio travestito da scoop: il Corriere avrebbe scoperto che Playing the victim non è stato «rifiutato», semplicemente perché la Mostra s'era già assicurata anzitempo, alla voce Russia & dintorni, Euforia di Ivan Vyrypaiev e L'isola di Pavel Lounguine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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