
Sul fronte del centrodestra, continua il derby tra il candidato politico o civico alle prossime Comunali. Il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani ieri è tornato alla carica, sostenendo che per vincere a Milano come per le Regionali in Campania «si deve puntare su un nome della società civile. Bisogna aggregare, e non sempre gli organi di partito aggregano oltre i confini del centrodestra». A stretto giro il presidente FdI del Senato Ignazio La Russa, che nei mesi scorsi aveva insistito per una scelta politica e aveva proposto il nome del leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, ha ribattuto: «Non capisco perchè preferire a prescindere un politico oppure in civico. Credo che bisogna puntare sempre sul candidato che, oltre ad avere la giusta competenza, possa essere quello che ha più chance di vincere. Scegliere a priori questa o quella tipologia può far nascere il sospetto di un calcolo di partito anzichè una volontà di battere la sinistra più o meno allargata». Nessuna porta va chiusa insomma, anche un nome politico moderato e liberale come quello di Lupi potrebbe sottrarre più voti proprio agli azzurri.
Mancano due anni al voto ma il dibattito sul dopo Sala agita le acque della politica. Il leader di Azione Carlo Calenda (nella foto) continua a lanciare avvertimenti al Pd. Se oggi il suo partito sostiene la maggioranza a Palazzo Marino con la lista dei Riformisti, per il futuro l'alleanza non è scontata. Potrebbe correre con un proprio candidato o allearsi con il centrodestra, le prove di dialogo con Forza Italia sono in corso da mesi. Ieri Calenda ha rilanciato il nome di Carlo Cottarelli, che aveva promosso alle Regionali del 2022, salvo poi virare su Letizia Moratti come candidata di Azione-Iv. L'economista ed ex ministro è stato ospite d'onore alla cena con Calenda e altri esponenti del partito organizzata da Azione al ristorante della Canottieri San Cristoforo. «É un candidato sindaco perfetto per Milano - ha ribadito Calenda -, un uomo che è anche stato nel Pd, che ha conoscenza sia dal punto di vista gestionale che manageriale, un moderato. Se la coalizione non fa questo si troverà davanti ad un candidato civico, moderato del centrodestra che vincerà».
Azione non aveva sostenuto il candidato Pd in Regione Pierfrancesco Majorino che ora è tra i nomi in pole per la poltrona di Beppe Sala.
Il capogruppo regionale dei dem, vicino alla segretaria Elly Schlein, avrebbe più chance in caso di primarie. Calende avverte: «Le primarie sono le bufale con cui il Pd regola i confronti interni. Se decideranno di farlo, noi andremo da un'altra parte».