Il prossimo anno il Comune potrà contare con matematica certezza sui miei mille e rotti euro di charge: oh yes! Euro più euro meno, dipende dai virus che costringeranno i bambini a non andare a scuola. Un cifrone, non ci voleva di questi tempi. Potrà anche contare sulla quota di altre mamme, tutte residenti appena fuori dalla cerchia, che in tempi non sospetti hanno scelto una scuola, ora, in Zona C: elementare, pubblica niente di che. Apparteniamo a una razzaccia: mamma-che-porta-i-figli-a-scuola-in-auto. Orrore! Siamo mamme acrobate con due-barra-tre figli e la nostra tecnica non si è ancora affinata al punto da poter pedalare in bicicletta tenendoli tutti in bilico... Né possiamo far pedalare per 2-3 chilometri bambini di sei anni. Ci fa un po paura...
Eccoci, mamme inquinanti travestite da genitori anti-smog. Scorrazziamo con utilitarie (scelte tra i modelli meno inquinanti) e poi ci lamentiamo dellaria che puzza. Ci piace? Neanche un po. Eccome se vorremmo liberarci dellauto, già ma come? Unica alternativa, ora, è passare la giornata in tram. Esempio: per raggiungere la scuola occorrono 30 minuti per fare 3000 metri di cui 450 a piedi (calcolo sul sito Atm). Se si perde il tram bisogna aspettare 10 minuti. Totale: almeno 40 minuti per 3 chilometri scarsi. Senza contare il costo: tre euro, andata e ritorno. Poi cè la piscina, il pomeriggio dal compagno di classe... Non solo, i bambini se sono più di due e/o hanno più di dieci anni sui mezzi pagano. Dunque, con la charge si risparmia: tempo e soldi. Non credo che anche facendo la donna in... c(o)rriera contribuirò a far calare lodioso Pm 10. Quanti saranno i Suv in odor di aperitivo a non sborsare i 5 euro pur di non perdere la movida? In altre città quando hanno chiuso il centro ai genitori che dovevano portare i figli a scuola hanno dato un permesso di un quarto dora: entri depositi esci.
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