Cronaca locale

Tecnico farmaceutico in coma

È ancora avvolto nel mistero quanto è accaduto ieri mattina nel laboratorio di un’azienda farmaceutica. Un tecnico di laboratorio di appena 28 anni - un uomo che non ha mai sofferto di problemi di cuore - è stato colto all’improvviso da arresto cardiaco e adesso si trova ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Sacco.
Ancora non si riesce a capire come mai il poveretto si sia sentito male fino a quel punto. Per fortuna il tecnico è riuscito a lanciare l’allarme e ad attirare l’attenzione di altri suoi colleghi e del personale della ditta farmaceutica dove lavora così l’ambulanza è potuta arrivare immediatamente sul posto e intervenire per portare in salvo il poveretto.
Il fatto è successo nell’azienda farmaceutica «IMS» srl, in via Venezia Giulia (zona Certosa) intorno alle 8.30. Vittima Stefano G.
Sul posto, oltre ai soccorsi per il giovane, sono giunti anche la polizia e alcuni tecnici dell’Asl.
Nel momento in cui è stato colpito dall’arresto cardiaco Stefano G. stava lavorando nel laboratorio con un corticosteroide, per la precisione la budesonide, una sostanza di grande impiego nella fabbricazione dei medicinali soprattutto a causa delle sue caratteristiche antinfiammatorie, ma anche contro l’asma, alcuni tipi di ulcera e il colesterolo.
Ora la polizia sta accertando eventuali mal funzionamenti dell’impianto di aria forzata che pompa ossigeno e azoto nel laboratorio farmaceutico. Una volta arrivati sul posto, infatti, sono stati proprio i tecnici dell’Asl, dopo aver fatto un sopralluogo nell’azienda, ad avanzare qualche dubbio sull’impianto e sui possibili effetti nocivi sulla salute delle persone nel caso in cui il suo modo di funzionare non fosse stato quello esatto.
Successivamente a quanto ipotizzato dall’Asl, è stato richiesto l’intervento dei poliziotti che, per il momento, sono stati semplicemente da ausilio ai tecnici ma che hanno stilato un’annotazione da portare in questura per eventuali possibili sviluppi della vicenda. Adesso la parola passa ai medici dell’ospedale Sacco.

Che hanno tra le loro mani la vita del povero Stefano G.

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