"Solo un virus, tra due giorni al 100%": Sinner si prepara agli Us Open

Oltre al virus che lo ha colpito, Jannik Sinner ha fatto il punto della situazione al media day agli Us Open: dalla rivalità con Alcaraz all'ipotesi di ritirarsi dal tennis, ecco cosa ha detto l'altoatesino

"Solo un virus, tra due giorni al 100%": Sinner si prepara agli Us Open

È un Jannik Sinner ritrovato quello che ha parlato nella conferenza stampa a Flushing Meadows, New York, nel media day dedicato ai protagonisti che da domenica si affronteranno nell'ultimo Slam dell'anno, gli Us Open più ricchi della storia. Dopo essere stato anticipato dal coach Cahill sui motivi del malessere, il numero uno del mondo ha spiegato perché si è ritirato dalla finale di Cincinnati e toccato numerosi altri argomenti.

"Quasi al 100%"

"Sono molto felice di essere tornato qui. È un grande torneo. È ovviamente l'ultimo Slam che abbiamo in questa stagione, quindi le motivazioni sono molto alte. Fisicamente mi sento bene. A Cincinnati ho avuto un virus che hanno avuto anche altri giocatori. Mi sono ripreso quasi del tutto, non ancora al 100%, ma puntiamo ad arrivarci in un paio di giorni. Quindi dovrebbe andare tutto bene per il torneo", ha dichiarato Jannik.

La rivalità con Alcaraz

Inevitabile, poi, qualche domanda su chi lo insidia da vicino, il fortissimo Carlos Alcaraz: l'azzurro ha spiegato soprattutto quali sono le principali differenze. "Siamo due giocatori diversi. Lui è ovviamente molto veloce in campo. Con altri giocatori il punto a volte potrebbe finire, ma lui arriva su certe palle e quindi legge il gioco in modo diverso - ha affermato -Ora ci conosciamo meglio. È un gioco molto tattico. Abbiamo stili diversi, di gioco ma anche come siamo dentro e fuori dal campo. Siamo semplicemente diversi. Allo stesso tempo però è bellissimo da vedere, perché rende tutto molto interessante". Invece, per quanto riguarda i tratti in comune ha risaltato i duri allenamenti che fanno entrambi. "Facciamo scelte in funzione del tennis. In questo momento è la nostra priorità, come deve essere, perché sono i piccoli dettagli che fanno la differenza".

L'ipotesi del ritiro

In molti, quasi nessuno, sapeva però una confidenza che aveva fatto ai suoi genitori molti anni fa quando era più giovane di adesso ed era appena andato via di casa. "A loro dissi che se a 23 o 24 anni non fossi stato nei primi 200 avrei smesso, perché non potevamo permettercelo con i soldi che avevamo", rivela in conferenza stampa - Viaggiare per i tornei costa tanto. Se hai un coach, ancora di più. Sono stato molto fortunato perché già a 18 anni ho iniziato a guadagnare, e lì mi sono sentito più sicuro. Quando sei giovane, dici solo un sogno. Non ci credi nemmeno davvero. A volte dicevo: voglio diventare numero 1 del mondo, o vincere uno Slam. Ma erano solo sogni".

Il caso Clostebol del 2024

Infine, Sinner è tornato sull'edizione scorsa dello US Open disputata a pochi giorni dalla rivelazione del caso Clostebol. "Adesso mi sento diverso, certo. L'anno scorso era una situazione molto più stressante, anche perché arrivata proprio prima di uno Slam - ha spiegato -È stato difficile gestire tutto. Anche per me che sono ancora giovane".

Una battuta anche sul ritorno di Umberto Ferrara nel suo staff. "Abbiamo già detto tutto nel comunicato. Non voglio aggiungere altro. Per me è finita. Ci concentriamo di nuovo sul duro lavoro e sul migliorare come atleta. Questo è ciò che conta adesso".

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