Tentano di rubarle la pensione Ma l’anziana li mette in fuga

Fuori dall’ufficio postale, la 74enne capisce il raggiro e comincia a gridare

Paola Fucilieri

Qualche volta (purtroppo raramente) la «solita storia sugli anziani» non è la solita storia. Non si svolge e, soprattutto, non finisce come ci si aspetterebbe, cioè male. Con l’anziano che soccombe inesorabilmente ai truffatori in fuga con il lauto bottino, abbandonato a un destino davvero crudele: la sensazione di sentirsi sempre più inutile e rincitrullito.
Giovedì mattina la signora Giovanna, 74 anni, ha «vendicato» la categoria. Erano le 11 del mattino davanti all’ufficio postale di via Carlo Marx, tra la zona più periferica di San Siro e Quarto Cagnino. E la donna ha avvertito di avere alle spalle qualcuno che le voleva giocare un brutto tiro, un malintenzionato insomma. Sono quelle impressioni fortissime, che ci prendono all’improvviso in maniera irrazionale. E che, sempre senza motivi concreti, ci inducono però a seguirle. Così la signora Giovanna osserva quel tipo che, dopo aver preso il numero per mettersi in fila dietro di lei, aspetta con calma il proprio turno per giungere allo sportello. La donna ritira la propria pensione e fa per andarsene dall’ufficio, ma prima lancia ancora un’occhiata furtiva all’uomo in questione. E vede che, giunto davanti allo sportello postale, anziché fare una qualsiasi operazione, se ne va.
Anche l’anziana esce dalle Poste, ma con molta cautela. E fa bene: non appena si trova in strada nota lo strano sconosciuto salire su una vettura parcheggiata lì dalla quale, contemporaneamente, scende una giovane donna con i capelli raccolti a coda di cavallo. Che si avvicina proprio a lei, a Giovanna!
«Guardi signora che ha dimenticato di firmare alcuni moduli in Posta» si rivolge la sconosciuta all’anziana, ostentando un sorrisone fin troppo bonario. La pensionata la guarda, ammutolita. E davanti a tutti quei dentoni in bella vista, si mette a urlare.

Quindi, mentre la donna con la coda corre in auto e fugge con il complice, Giovanna rientra nell’ufficio postale. Dove gli impiegati, sentita la sua storia, chiamano la polizia. Dei truffatori nessuna traccia, ma la signora Giovanna può andare ben fiera della sua «impresa».

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