Un termovalorizzatore per Milano: la politica ha il dovere di decidere

Purtroppo anche Milano rischia di mandare in onda uno spettacolo poco edificante per il nuovo termovalorizzatore. Oggi delle oltre 1.600.000 tonnellate di rifiuti prodotte almeno 300.000 sono smaltite al di fuori dell'ambito provinciale. Il nuovo impianto con una capacità di smaltimento complessivo di circa 400.000 tonnellate non solo porterebbe il sistema locale verso l' autosufficienza ma, disponendo di una capacità di riserva , garantirebbe anche una gestione integrata dei rifiuti in una rete regionale mettendo in sicurezza la Lombardia di fronte a situazioni di emergenza. In questo contesto occorrerebbe comunque far crescere la raccolta differenziata che passerebbe dall’attuale 46,7% al 52,7%. Decisione di questa natura sono anche determinate dalle previsioni del fabbisogno futuro delle capacità di smaltimento, sia in funzione della presumibile crescita della popolazione sia di eventi di natura straordinaria come l'Expo 2015. E' fuor di dubbio che siano prioritarie le garanzie ambientali con l'impiego delle migliori tecnologie disponibili per il ricupero di energia e materiali, la realizzazione di una moderna rete di teleriscaldamento e, soprattutto, il controllo delle emissioni nell'atmosfera che debbono rimanere ben al di sotto dei limiti fissati dalla UE. Poi c'è la localizzazione che spesso scatena le ostilità, non sempre razionali, delle collettività e delle amministrazioni interessate. Tutte le opinioni sono rispettabili ma bisognerà pur tener conto anche degli interessi più generali e discutere prima di tutto, nel merito e all'insegna della concretezza, della necessità dell'impianto e delle garanzie ambientali. Tuttavia serietà vorrebbe, tanto più in una sede istituzionale come il Consiglio regionale, nel momento in cui si rifiuta la localizzazione dell'impianto a ridosso del Parco Sud, si indicasse una soluzione alternativa che darebbe la necessaria trasparenza degli interessi in gioco.
Forse non è opportuno né necessario evocare il fantasma della spazzatura nelle vie di Napoli ma il rigore nell'affrontare una materia come questa è una scelta di civiltà. Purtroppo il nostro Paese è abituato a scegliere solo sull'orlo del baratro o del dramma sociale ma non è una buona ragione per non assumersi le responsabilità. C'è sempre qualche appuntamento elettorale in vista e l'anno prossimo si elegge il sindaco a Milano. Il pericolo di rinviare scelte difficili per non correre rischi è in agguato.
Occorre invece procedere secondo le regole. C'è un piano provinciale approvato nel 2008 e c'è una proposta dell'Amsa alla Regione la quale attraverso la conferenze dei servizi deve prendere una decisione non oltre la primavera del 2011, se si vuole disporre dell'impianto entro il primo semestre 2014. La consultazione deve essere ampia, approfondita e affrontare tutti gli aspetti della questione ma poi è necessario giungere ad una conclusione. Ridurre tutto il dibattito all'esercizio del diritto di veto sulla individuazione dell'area , che pure è una scelta importante, porterebbe acqua solo ai localismi e non favorirebbe certo la trasparenza nella scelta.
Il sindacato rivendica un confronto senza pregiudiziali ma è attento ad una maggiore efficienza e sicurezza del sistema del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti che è un fattore di sviluppo e di crescita della capacità competitiva della nostra economia e coincide con l'interesse generale dei lavoratori e del Paese.


La cultura della governabilità impone che potere e responsabilità vadano di pari passo. Chi è stato eletto dai cittadini ha l'onere di rispettare le regole ma anche di dare soluzione ai problemi.
*Segretario Uil di Milano
e della Lombardia

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