É nato a Rho ventisette anni fa, di mestiere fa lartigiano, è alto un metro e 85, capelli neri, robusto. E prima di stuprare infila il preservativo. È questo lidentikit delluomo arrestato la mattina del Primo Maggio dai poliziotti del commissariato Garibaldi Venezia con laccusa di stupro e rapina ai danni di una giovane prostituta rumena, vittima di una serie di violenze così meticolose da indurre negli investigatori - coordinati dal pm Marco Ghezzi - il sospetto che il giovanotto non fosse alla prima impresa di questo genere. E a convincerli a diramare una sorta di appello: se altre donne sono rimaste vittime in condizioni analoghe di un uomo che riconoscono in questo ritratto, si rivolgano al commissariato di via Schiaparelli.
Dietro questo appello cè una consapevolezza: che il fenomeno degli stupri ai danni delle prostitute sia vasto, e che spesso questi delitti non vengano denunciati. Soprattutto quando gli autori scelgono come vittime non le prostitute da strada - che hanno quasi sempre chi le sfrutta e le protegge - ma le ragazze che lavorano in appartamento, lavoratrici prevalentemente autogestite e autonome. E quindi indifese.
Anche la prostituta che ha fatto arrestare il 27enne, daltronde, si è decisa a denunciarlo solo alla fine, quando luomo è andato allattacco per la terza volta. Non si era rivolta alla polizia nè quando era stata rapinata, nè quando era stata stuprata. Solo quando lo sconosciuto era tornato a farsi vivo in modo ossessivo, «ricordati che so dove sei, che ti posso trovare in qualunque momento», il terrore ha preso i sopravvento. Ed è andata in commissariato.
Tutto inizia l11 febbraio quando per la prima volta la giovane riceve la telefonata. Il cellulare di lei è sui giornali, negli annunci per escort che costituiscono la principale forma di pubblicità della categoria. Risponde, dà lappuntamento. Ma quando luomo le arriva in casa non perde tempo: coltello alla gola, «dammi tutti i soldi che hai, mi servono per la droga» (e quando verrà arrestato si scoprirà che ha effettivamente precedenti per stupefacenti). Lei gli consegna 1.400 euro, lui sparisce. Il 13 marzo la richiama con un altro telefono, lei non riconosce la voce, allo spioncino di casa vede solo un uomo con grandi occhiali scuri, solo dopo avergli aperto si rende conto di avere di fronte lo stesso delinquente di un mese prima.
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