Ticket, la Regione insorge: «Non c’è stata l’abolizione»

Ticket sanitario sì, ticket sanitario no. Nessun dubbio amletico. Semplicemente questione di punti di vista: qualcuno è convinto del fatto che il ticket da dieci euro, voluto dal governo Prodi, svanisca nel nulla e sia seppellito ancor prima di nascere. Qualcun altro invece sostiene che di fatto nulla cambi rispetto alle decisioni iniziali del Governo. A suscitare il dibattito è l’approvazione in Senato di un emendamento presentato dai senatori Ignazio Marino e Fiorenza Bassoli. Dopo il voto, i due esponenti della maggioranza di centrosinistra annunciano una correzione di rotta sul ticket, sostenendo che ora le Regioni dovranno «individuare nuove forme di partecipazione alla spesa sanitaria».
«Abbiamo promosso e approvato - spiega la Bassoli, ex consigliera regionale in Lombardia - una modifica della norma. Per garantire il rispetto di un accordo che il ministro della Salute, Livia Turco, ha sottoscritto con le Regioni e per attribuire loro piena responsabilità nel decidere le forme di compartecipazione da parte dei cittadini». Forme di compartecipazione che vanno comunque ridotte ulteriormente.
La senatrice, a sostegno della sua tesi, porta l’esempio della Lombardia, «dove i cittadini sono chiamati dal 2002 a pagare l’addizionale Irpef, il ticket sui medicinali e gli esami diagnostici a 47 euro. L’aumento a 10 euro per ricetta rischierebbe così di mettere la sanità pubblica fuori mercato».
Sono inaccettabili. per la Regione, le parole della senatrice Bassoli. La parafrasi delle sue dichiarazioni suona piuttosto come un «Regioni, arrangiatevi» e come un passaggio di palla che sa tanto di fregatura. Secondo l’assessorato lombardo alla sanità infatti, il Senato non ha affatto cancellato il ticket da dieci euro ma con l’emendamento ha piuttosto detto alle Regioni «arrangiatevi ad applicarlo dove meglio credete. Basta che la somma del ticket non cambi e rimanga sempre a dieci euro». Alessandro Cè fa notare che «se la somma che il Governo impone come ticket resta identica, la responsabilità non è della Regione ma resta del Governo». Il centrodestra lombardo in ogni caso non perde le speranze e attende di conoscere il volere della Camera, dove il decreto tornerà per essere nuovamente votato. La Lega Nord accusa il governo Prodi «di proseguire anche con questa mossa la politica contro le regioni del Nord». Al contrario il Prc lombardo sostiene che ora Formigoni e Cè «non abbiano più scuse e debbano levare una volta per tutte il ticket».
Il dibattito riporta alla luce l’annosa questione delle competenze in materia sanitaria. Più volte Regione Lombardia ha chiesto al Governo di avere in mano la gestione economico-finanziaria della sanità.

Il presidente Formigoni ha di continuo sostenuto che se lo Stato desse alla Lombardia i soldi che le spettano, la situazione sarebbe molto diversa e i cittadini nemmeno sentirebbero parlare più di ticket. I dieci euro non cancellati di ticket vengono perciò considerati una sorta di cambiale per far recuperare il denaro alle Regioni. Quando invece quello che ci si aspetta è denaro contante.

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