Il tifo per don Camillo: «Resta ancora 5 anni»

Ruini rimarrà fino a maggio 2007 ma è probabile un prolungamento dell’incarico. Il Pontefice consulterà i vescovi prima di decidere

nostro inviato a Verona

Camillo Ruini sorride, ha i lineamenti distesi mentre pronuncia il suo discorso conclusivo, avendo alle spalle la brutta gigantografia di un Cristo stilizzato e grigio, senza braccia e senza volto, che ha fatto da scenografia al 4° convegno della Chiesa italiana. Il cardinale rivendica due risultati positivi dell’ultimo decennio: la maggiore unità e la fine di molte polemiche che avevano diviso in passato le varie «anime» della Chiesa italiana, un maggiore ruolo e una maggiore visibilità della stessa Chiesa e dei cattolici. Un terzo obiettivo, a lungo mancato, sembra più vicino dopo l’esperienza del referendum sulla fecondazione artificiale: il lavoro comune sui temi «non negoziabili» da parte dei politici cattolici presenti nei diversi schieramenti.
È questo, a detta di molti, l’ultimo grande discorso del presidente uscente della Cei. Ma le cose stanno davvero così? Si sa che Ruini aveva deciso di far celebrare il convegno ora, e non nell’ottobre scorso, proprio perché voleva che fosse il suo successore a guidarlo. Il fatto che in gennaio la Segreteria di Stato abbia promosso un sondaggio tra i vescovi italiani per chiedere indicazioni sulla successione lasciava pensare che la nomina fosse vicina, anche se le modalità della consultazione, evidentemente non conosciute dal Papa, hanno affrettato una conferma di Ruini «fino a che non si provveda altrimenti». Quell’«altrimenti» poteva avvenire alla fine di quest’anno, ma tutto ora lascia pensare che Benedetto XVI attenda di incontrare i vescovi italiani in visita «ad limina», da novembre a marzo, per sentire direttamente da loro qualche indicazioni. Così, il cardinale presidente, dovrebbe rimanere in carica fino a maggio dell’anno prossimo.
C’è però chi si augura che il mandato duri anche di più: ieri mattina, dai microfoni di Radio Maria, il suo inconfondibile «animatore», padre Livio Fanzaga, ha auspicato che Ruini vada avanti per altri cinque anni.
Il dopo-Ruini sarà dunque di Ruini? A questa domanda si può rispondere di sì.

Se infatti appare poco probabile un prolungamento dell’incarico che vada oltre il 2007, il discorso programmatico di Papa Ratzinger e le sue esplicitazioni e approfondimenti concreti proposti ieri dal cardinale, di fatto indicano i binari sui cui la Chiesa italiana è chiamata a muoversi nel prossimo decennio. Che sarà perciò comunque «ruiniano».

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