Franco Fayenz
Succede a volte, quando si acquista molta familiarità con un musicista perché lo si ascolta spesso, che si finisca per sottovalutarlo, sebbene sia eccellente e famoso. È il caso del chitarrista Gigi Cifarelli, pregevole anche in veste di cantante, che ha scelto da molti anni le Scimmie di via Ascanio Sforza come locale preferito, dove torna a suonare ogni volta che può. In questo mese di agosto, in cui il club rimane aperto, il suo nome figura nel cartellone addirittura cinque volte, a cominciare da questa sera (ore 22.30, in quartetto). In simili circostanze è lui a favorire il locale che osa affrontare il periodo delle grandi ferie e la città semivuota, non viceversa.
Cifarelli sorride. «Il rischio della sottovalutazione cè, ma lo corro volentieri perché i rapporti damicizia sono importanti. È successo perfino che io sia stato chiamato dalle Scimmie allultimo istante per lassenza improvvisa del musicista previsto dal programma. Quando posso arrivo comunque, anche senza sapere chi ci sarà con me sul palcoscenico. Se non cè nessuno suono da solo, perché la chitarra è uno strumento completo e non ci sono problemi. Qualche volta arrivo in bicicletta che è il mio mezzo di locomozione prediletto. Ho vinto anche delle gare... ma questo non lo scriva».
Una delle caratteristiche di Cifarelli è di essere un musicista «aperto». Per rendersene conto basta scorrere la sua biografia, dove insieme ai nomi di illustri jazzisti europei e americani si incontrano quelli di Mina, Renato Zero, Joe Cocker, Paul Young e Sam Moore. Ha un profondo senso del blues metropolitano, perfezionato suonando con lindimenticabile cantante e chitarrista texano Cooper Terry. A tutti i suoi partner ha dato e continua a dare lapporto di una profonda espressività che possiamo definire innata (Cifarelli suona la chitarra da quando aveva otto anni) e di una tecnica acquisita attraverso studi severi.
A suo nome si citano tre album: Coca & Rhum del 1985, Kitchen Blues del 1991 e With the Eyes of a Child del 1999. Tutti hanno ottenuto ottimo successo, specialmente il secondo che ha venduto oltre diecimila copie, una cifra che per un disco di jazz italiano è piuttosto insolita. Insolito è anche lalto livello delle lodi della critica, che ha definito Kitchen Blues «il prodotto di un fuoriclasse della chitarra con grandi doti di compositore, arrangiatore, cantante, e di un jazzista che, essendo in grado di assorbire tutte le influenze della musica doggi, riesce ad avvicinare i giovani al linguaggio del jazz».
Nellitinerario artistico di Cifarelli si possono individuare alcuni momenti fondamentali: le collaborazioni con Chick Corea, Sam Rivers, Jack Dejohnette, Charles Tolliver, Franco Ambrosetti ed Enrico Rava; il lungo sodalizio con la cantante Angela Baggi e le recenti partecipazioni a festival prestigiosi in Francia, in Corsica e a Cipro.
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