Doveva essere il bocciodromo più grande del mondo. Finora, però, è solo unopera-fantasma. Basti pensare che a marzo dellanno scorso vi si sarebbero dovuti disputare i mondiali femminili di bocce: a causa di ritardi nei lavori le gare si giocarono in Umbria. Questa è la storia di un cantiere durato dieci anni e di un impianto che, dopo tutti questi anni, si presenterà al giorno dellinaugurazione ancora incompiuto. Siamo al Torrino, in viale della Grande Muraglia, a ridosso di piazza Tien An Men. È qui, in unarea di 24mila mq, che aprirà i battenti il Centro federale delle bocce, la Coverciano di chi «va a pallino». Una struttura che sulla carta aveva dellavveniristico, perlomeno allepoca in cui è stata concepita. Ovvero, alla fine del secolo scorso. Otto campi coperti più altri sedici allaperto, attrezzati per ospitare le tre specialità di gioco (raffa, volo e petanque), una capienza massima di 600 spettatori, uffici, aule, sale ricreative, bar, ristorante, parcheggi e una foresteria dotata di quindici stanze e trenta posti letto. Per i bocciofili era la realizzazione di un sogno. Peccato che si sia trasformato in un incubo. Romolo Rizzoli, il presidente della Fib (Federazione Italiana Bocce), non usa mezzi termini per descrivere quello che ha passato. «Sono stati dieci anni di calvario», ripete a più riprese. Nel suo ufficio conserva la documentazione necessaria a scandire le varie tappe di questa storia. «Era sindaco Rutelli - racconta - quando la Federbocce cedette a titolo gratuito il progetto dellopera al Comune affinché partecipasse a una gara indetta dalla Regione per il finanziamento di nuovi impianti sportivi». Gara che per inciso andò a buon fine. Ciononostante linizio dei lavori venne rimandato di volta in volta e così per cinque anni tutto rimase fermo. «Perché qualcosa si smuovesse - sottolinea il presidente di Federbocce - mi sono dovuto adoperare con le diverse amministrazioni richiamando lattenzione prima di un sindaco e poi dellaltro». Per la posa della prima pietra si è dovette aspettare il 2004: alla cerimonia, quel giorno, non cera più Rutelli ma Veltroni. Poi al danno si è aggiunta la beffa. «Laccordo che avevamo stipulato con il Comune prevedeva che ci venisse consegnata la struttura solo una volta completata - spiega Rizzoli - ma quando Veltroni lasciò il Campidoglio per assumere la guida del Pd il commissario che lo sostituì ci diede in concessione il Centro federale ancora incompleto». Stando a quel che afferma, sia limpianto di areazione che quello dirrigazione non erano stati ultimati e mancavano persino gli ascensori. E questa sarebbe solo la punta delliceberg. «Abbiamo anche dovuto provvedere da soli al rifacimento di alcune aree a causa dei problemi dinfiltrazione che si erano verificati - prosegue Rizzoli - oltre che a sostituire la recinzione e a installare un sistema di videosorveglianza». Per giunta la struttura, dacché era avveniristica, dopo tutti questi anni risultava per certi versi obsoleta. «Tanto per fare un esempio il progetto originario non prevedeva la presenza di pannelli solari e così abbiamo dovuto mettere anche quelli», allarga le braccia il presidente della Fib. Che, fatti due conti, dice di aver speso un milione di euro. Cifra che va ad aggiungersi ai 4 milioni sganciati in partenza da Comune e Regione. In Italia il gioco delle bocce è molto diffuso. A Roma si contano 80 circoli, 5mila tesserati, oltre 100mila praticanti. Un esercito di appassionati che presto avrà, finalmente, il suo Centro federale.
«Linaugurazione è prevista per Pasqua», annuncia la Fib. Ma il bocciodromo più grande del mondo sarà meno grande del previsto. Dei 24 campi previsti ce ne saranno solo 16. La metà dei quali (a sorpresa) dinverno non sarà utilizzabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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