da Milano
Fiat maglia nera ieri a Piazza Affari dove ha chiuso in calo del 5,20%. Al mercato non sono bastate le rassicurazioni dellamministratore delegato Sergio Marchionne, che solo la settimana scorsa aveva confermato gli obiettivi per il 2008 con ricavi a 63 miliardi di euro. Sul titolo, che nel giorno dei risultati era tornato sopra gli 11 euro con un rimbalzo di oltre il 13%, ha pesato il colpo di freno di Toyota che dopo Renault e Daimler, ha tagliato di 350mila unità lobiettivo di vendite nel 2008, portandolo a 9,5 milioni di vetture. Quanto al gruppo francese aveva tagliato le previsioni di vendita di circa 300mila auto mentre i tedeschi di Daimler avevano ridimensionato i target sugli utili del 2008 a causa del calo della crescita globale, laumento del costo delle materie prime e la forza delleuro. Anche General Motors ha annunciato ulteriori tagli alla produzione che porteranno alleliminazione di altri 117mila posti di lavoro. I problemi dellauto sembrano molti dunque anche se Marchionne, mercoledì scorso, aveva confermato i target per Fiat grazie a un aumento dei prezzi, al lancio di nuovi modelli e al ricorso alla cassa integrazione. Sul pesante ribasso ha pesato comunque anche la riduzione del target price da parte di Unicredit, passato da 21,4 a 17,5 euro ad azione. Mentre la settimana scorsa Société Générale, pur confermando il giudizio «hold», «mantenere», aveva tagliato il prezzo obiettivo a 12 euro da 15. Tra le brutte notizie cè anche la questione cinese. Qui un tribunale, in un eccesso di zelo nazionalistico, ha respinto il ricorso della società di Torino su una presunta violazione di un brevetto da parte del costruttore Great Wall. Secondo lazienda cinese infatti la corte ha stabilito che esistono sensibili differenze tra il modello Fiat in questione (ossia la Panda) e la vettura prodotta in Cina. In compenso unordinanza della corte di Torino aveva vietato la vendita del modello cinese, che si chiama Gw Peri, in Italia pena una multa di 15mila euro.
La Fiat ha commentato di essere al corrente della decisione e di valutare diverse possibilità tra cui il ricorso che deve essere presentato entro 30 giorni. «È giusto però sottolineare - ha aggiunto la società in un comunicato - che la sentenza è lesatto contrario di quanto disposto da una corte europea il 15 luglio scorso, che ha proibito a Great Wall la vendita del modello Peri perché considerato un clone della Panda». Tra le notizie di mercato Suzuki avrebbe inoltre respinto una proposta avanzata dalla joint venture creata da Tata e Fiat di collaborare alla realizzazione di uno stabilimento unico per la costruzione del motore diesel 1.3 multijet. Lo riferisce il giornale indiano Business Standard. Secondo il quotidiano l1.
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