Trimani, l’altro nome del vino a Roma

Dal 1876 è un punto di riferimento per i romani. Uno dei più antichi negozi di vini della Capitale, tra i più importanti punti vendita specializzati d’Italia, Trimani affonda le proprie radici nel lontano 1821. «Si ha notizia certa che già a quell’epoca un mio avo, Francesco Trimani, vendesse vino in un negozio su via di Panico - spiega Marco, titolare dello storico negozio di via Goito -. Fu però nel 1876, dopo un momentaneo trasferimento in via di Porta Salaria, l’odierna via Piave, che iniziò la nostra vera attività. Mio padre Pietro e io poi ci stabilimmo nell’attuale sede e da allora abbiamo adeguato il punto vendita a seconda delle richieste del mercato, passando da vinaio con cucina fino all’attuale negozio che conta circa 4mila referenze tra vini italiani e da tutto il mondo. Nel 1991, al negozio di vini si è poi affiancato il Wine Bar di via Cernaia». Marco Trimani, che oggi gestisce l’attività assieme alla moglie Rosalena e ai figli Paolo, Carla, Francesco e Giovanni, è un fiume in piena. Stimato critico enologico (ha lavorato anche per la Treccani), animatore dei primi programmi tv dedicati all’enogastronomia, spetta a lui il merito di aver fatto conoscere il Brunello di Montalcino a Roma e a «importare» la moda del wine-bar. La crisi lo ha sfiorato appena, anche per merito di una clientela affezionata attenta più alla qualità che al prezzo. «Negli ultimi 3-4 anni abbiamo riscontrato la ricerca di una qualità molto alta, per tutte le zone e per tutte le fasce di prezzo- continua Trimani-. Proponiamo vini selezionati in anni ed anni di pazienti peregrinazioni e puntuali assaggi tra i viticoltori nazionali». Oltre a nobili, politici, attori, professionisti, la famiglia Trimani annovera tra i fedelissimi anche personaggi del passato quali Luigi Pirandello, Ignazio Silone, Vittorio Emanuele Orlando e l’artista Mino Maccari che disegnò per la famiglia il logo che ancora oggi li rappresenta in tutto il mondo: le tre mani stilizzate. Anche il presidente Giuseppe Saragat si affidò ai Trimani per un ricevimento in onore della Regina Elisabetta d'Inghilterra nel 1969. «In quell’occasione- racconta Marco Trimani-, invece dello champagne il presidente fece servire spumante italiano, superando anche le perplessità di chi reputava inopportuno apportare modifiche al consueto cerimoniale». Delle atmosfere di un tempo, Trimani ha conservato nel negozio alcuni arredi originali degli anni Venti. Oltre all’antica fontana per la mescita, vi è anche una lista di prezzi a parete con lettere in foglia d’oro datata 1919 in cui erano riportati i prezzi dei prodotti di maggior vendita di quegli anni (Vermouth, Marsala, Ferro China). Oggi, vino e olio Marco Trimani se li produce pure da sé.

È infatti titolare dell’azienda vitivinicola Colacicchi di Anagni (nota per il rosso Torre Ercolana), e proprietario di alcuni oliveti nella zona di Torri in Sabina, da cui ricava un olio extravergine d’oliva biologico Dop, il San Vittore degli Uccellatori.

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