Trinidad, con le veline come ultrà

Gian Piero Scevola

La prima volta non si scorda mai, quando poi si tratta dell’esordio alla fase finale del mondiale, allora è una data da incorniciare. Quella tra Bahrein e Trinidad e Tobago che si gioca a Al Manamah nella nazione bagnata dal Golfo Persico e dal Golfo di Bahrein è la sfida più caratteristica e anche folkloristica: il pragmatismo e la rigidità degli sceicchi contro la spregiudicatezza e la beata allegria del reggae caraibico. E se all’andata, conclusasi 1-1, l’Halsey Crawford Stadium di Port of Spain si era trasformato in una gigantesca discoteca all’aperto, questa volta le «veline» di Trinidad, tutte rigorosamente vestite (o svestite) in rosso e nero, dovranno contenere il loro entusiasmo, così come le due bande musicali che hanno accompagnato per tutto l’anno la cavalcata dei centroamericani verso le finali mondiali. I rossoneri del ct olandese Leo Beenhakker (che da giugno ha acceso i sogni delle due isolette pochi chilometri a nord del Venezuela) dovranno scontrarsi anche col faraonico premio promesso dagli sceicchi: un milione di dollari e una Ferrari a testa ai giocatori arabi per andare in Germania.
Da parte sua Luka Peruzovic, lo stravagante allenatore del Bahrein, belga di origine croata dalla lunga coda di cavallo, arrivato sulla panchina pochi mesi fa, ha un preciso obiettivo: «Inserire sulla mappa calcistica il Bahrein». Eliminato il Kazakistan, grazie alla partita ripetuta per il pasticcio dell’arbitro giapponese, gli asiatici dovranno temere in particolare quel Dwight Yorke, 34 anni, ex centravanti del Manchester, che in Champions dette all’Inter un doppio dispiacere. Quanto agli altri 4 spareggi, la Spagna non avrà problemi in Slovacchia, così come la Rep. Ceca che, forte del successo ottenuto nell’andata, ospiterà la Norvegia.

La Svizzera invece, pur con due gol di vantaggio, dovrà temere il caldo ambiente della Turchia. Australia-Uruguay è invece in bilico: Recoba guida la Celeste, ma Kewell, Viduka, Bresciano e Grella sognano da una vita questa occasione, sempre sciupata nelle precedenti occasioni.

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