Troppi contrari a destra e sinistra: salta la pensione per i sottosegretari

L’obiettivo del Pdl alle prossime elezioni comunali è riconquistare percentualmente lo stesso numero di seggi, ventinove, che Forza Italia e An ebbero nel 2006. Fare l’en plein per rientrare in Comune non è però impresa facile. E non solo perché è stato ridotto il numero dei consiglieri, che passano da 60 a 48. Il problema dicono i sondaggi che circolano dentro e fuori Palazzo sta nella scarsa presenza del Pdl dal territorio. Ecco spiegato il nervosismo che serpeggia tra assessori e consiglieri. Tra qualche mese il Pdl occuperebbe appena sedici seggi nell’aula consiliare mentre la Lega registrerebbe un’avanzata schiacciante con conseguente modifica dei rapporti di forza in giunta: se così fosse, sarebbe quasi impossibile accontentare tutti gli uscenti e anche quei nuovi aspiranti consiglieri targati Pdl che stanno scaldandosi in panchina. Tutti già consapevoli che, secondo gli elaborati del servizio statistico del Comune, stavolta è necessario conquistare almeno 1200 preferenze per sedersi sui banchi dell’aula e quantomeno 2500 voti per non sfigurare rispetto agli altri competitor e riconquistarsi l’opportunità di tornare nella squadra di governo di Letizia Moratti. Nessuna certezza per gli uscenti, quindi: anche per quelli che si rivedevano assessori come Andrea Mascaretti e Maurizio Cadeo. Anche loro sono stati invitati a correre e misurarsi all’interno dello schieramento con big delle preferenze come Giovanni Terzi e Giulio Gallera. Una imposizione dei loro riferimenti politici, rispettivamente Guido Podestà e Ignazio La Russa, anche se con motivazioni differenti. Il coordinatore regionale Pdl mandando sul territorio Mascaretti vuole anche mettere a tacere le accuse di favoritismo - o le invidie - sollevate da alcuni nel gruppo consiliare del Comune dopo l’avallo dato da Podestà all’incarico molto ben retribuito - si parla di 135mila euro - di Mascaretti a direttore generale di Milano Metropoli; nel caso di Cadeo si tratterebbe invece della necessità di An di fornire una prova di forza elettorale rispetto ai consensi quotati Forza Italia. E proprio la necessità di conquistare anche l’ultimo consenso possibile ha spinto Gallera ad avvicinarsi a Mario Mantovani, sottosegretario alle Infrastrutture e perenne coordinatore regionale Pdl in pectore. Voto di lista e di preferenza su cui peseranno i giovani. In testa Pietro Tatarella, espressione di Stefano Maullu - che ha già predisposto il claim, «Tatarella è Milano», della campagna elettorale -, seguito dall’ex sua fidanzata Cristina Crupi, in quota Gelmini, e dalla ciellina Claudia Ferrari, già consigliere di zona 2 e prima dei non eletti in Provincia.

Sembrerebbe in stand by l’ipotesi della candidatura di Marco Valerio Bove, stretto collaboratore di Podestà, che non disporrebbe più del pieno sostegno della squadra del presidente della Provincia. Ma si sa questi tradizionalmente sono i giorni dei veleni in vista delle scelte e delle elezioni.

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