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La Turchia stringe il cappio sulla stampa

Le autorità di Ankara hanno messo sotto inchiesta il gruppo Dogan. Ieri chiusa la sede della rivista Nokta e oscurato il quotidiano Cumhuriyet

La Turchia stringe il cappio sulla stampa

La Turchia stringe sui media. Secondo l'agenzia ufficiale Anadolu, le autorità di Ankara avrebbero aperto un'inchiesta contro il gruppo editoriale Dogan. Il gruppo, che edita i quotidiani Hurriyet e Radikal e la tv Cnn Turk, sarebbe colpevole di "propaganda a favore del terrorismo" e questo a causa della pubblicazione delle immagini sugli scontri tra le forze armate e i militanti curdi del Pkk. La procura contesta a Dogan di aver pubblicato immagini di soldati dell'esercito turco protette dalla censura.

L'offensiva del governo guidato da Ahmet Davutoglu non ha colpito solo Dogan. Ieri è stato il turno del quotidiano Cumhuriyet chiuso con l'accusa di propaganda, ma sopratutto dell'irruzione nella sede del periodico Nokta. La colpa? Aver realizzato una copertina irriverente contro il presidente Recep Erdogan. Le accuse sono pesanti: "oltraggio al presidente" e "propaganda a favore del terrorismo", per questo motivo il direttore Murat Capan è stato arrestato e il profilo twitter del settimanale oscurato.

Le autorità turche non si scagliano solo contro i quotidiani, ma anche con i singoli giornalisti. Dopo l'arresto e rilascio di due giornalisti di Vice News, è toccato alla reporter olandese Frederike Geerdink.

La Geerdink è stata la prima giornalista fermata nel sud-est del Paese mentre realizzava servizi sugli scontri tra Ankara e il Pkk.

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