La Turco: «Ho commesso un errore non possono entrare tutti gli stranieri»

Sull’immigrazione non basta la politica dell’accoglienza, servono anche regole certe. Ad affermarlo, ieri, l’ex ministro Livia Turco in un colloquio con il «Corriere della Sera», in cui racconta che prima di diventare ministro apparteneva «alla cultura del «ti accolgo punto e basta». Sbagliavo, da anni non la penso più così». «Pensavo che contasse solo la solidarietà, poi ho capito che servono regole severe. Ma non ho mai derogato ai miei valori». «Ho cambiato idea - spiega - con sacrificio ma rapidamente, un ministro non può temporeggiare». La domanda da porsi, secondo l’esponente del Pd è «sono in grado di accoglierti? Dire la verità è il modo di essere solidali fino in fondo, e la verità è che non possiamo accogliere tutti». Anche se «non basta inasprire le pene» per risolvere il problema. «Non c’era un’ideologia che mi accecava, la pensavo così in buona fede.

E ho cambiato idea con sacrificio ma rapidamente: un ministro non può temporeggiare». «Meglio tardi che mai», hanno commentato dalla Lega. «Su questi temi noi della Lega siamo stati chiari dagli anni ’90: oggi assistiamo alla conversione sulle nostre posizioni in materia di immigrazione».

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