da Roma
È già finito leffetto della legge Sirchia. Il primo anno dopo lintroduzione della legge che ha vietato di accendere sigarette nei luoghi pubblici, il fumo era diminuito, ma ora è di nuovo aumentato: una in più al giorno a testa. E in occasione della giornata mondiale contro il fumo, che si stima solo in Italia sia capace di uccidere 80mila italiani (più di ogni altra droga e dellAids così come degli incidenti sul lavoro e altre cause ancora, praticamente il 14,2% di tutti i decessi), il ministro della Salute Livia Turco ha annunciato di avere intenzione di introdurre il divieto di vendita delle sigarette ai minori di 18 anni. Una proposta che si inquadra nelle iniziative per la lotta al fumo. Il ministro propone di recepire in questo modo la Convenzione dellOrganizzazione mondiale dela sanità (Oms) sul controllo del tabacco, attualmente all esame della Camera, che prevede il divieto di vendere sigarette ai minori di 18 anni. Turco propone inoltre di rivedere la legge 626 del 1994 sulla prevenzione e sicurezza del lavoro, prevedendo di inserire il fumo tra gli elementi nocivi per la salute dei lavoratori. Così come si preannuncia una tessera che identifichi letà per utilizzare i distributori automatici di sigarette, prevenzione e cura del tabagismo nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e collaborazione dei medici di famiglia.
In tutto sono oltre 12 milioni gli italiani che fumano, di cui un milione e 200mila giovani tra i 15 e i 24 anni e ben 130mila giovanissimi tra i 15 e i 17 anni di età, ha spiegato Enrico Garaci, Presidente dellIss dove ieri è stata presentata unindagine Doxa su italiani e fumo.
I numeri. Sono più di un milione e duecentomila i giovani fumatori in Italia, vale a dire il 19,9% nella fascia detà che va dai 15 ai 24 anni. E le percentuali aumentano al crescere delletà. La prima sigaretta viene accesa prima dei 15 anni nel 26,6% dei casi, più dalle ragazze che dai ragazzi, ma la maggior parte dei giovani (58,2%) inizia a fumare tra i 15 e i 17 anni e solo il 14,1% tra i 18 e i 24.
I costi. Sono soprattutto gli uomini a spendere di più per lacquisto delle sigarette: il 27% dei maschi fumatori spende più di 25 euro a settimana. Se il prezzo minimo di un pacchetto aumentasse a 5 euro il 32,3% fumerebbe di meno e il 9,5% smetterebbe del tutto, quindi più di un terzo dei fumatori (41,8%) cambierebbe le proprie abitudini.
Chi ha smesso. Le persone che hanno provato a smettere e ci sono riuscite sono il 17,5%. Fra gli attuali fumatori il 30,5% ha fatto almeno un tentativo di smettere senza però ottenere risultati soddisfacenti. Infatti il 26,3% ha smesso per qualche mese, il 23,1% soltanto per qualche giorno, il 20,7% per qualche settimana, il 13,7% per qualche anno. Una piccola percentuale, pari al 4,9% ha ridotto il consumo e ora fuma meno.
Le vendite. Nel 2006 si è avuto un incremento nelle vendite dell 1,1% rispetto al 2005. I guadagni derivanti dalla vendita di sigarette, sigaretti, trinciati, fiuti e sigari ammontano per il 2006 a 12,5 miliardi di euro. Vanno di moda i pacchetti da 10.
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