Tursi taglia il servizio taxi per andare all’Università

(...) adesso è la volta dei 130 studenti universitari disabili che frequentano le facoltà cittadine. Una lettera pervenuta nei giorni scorsi dall’Ufficio Sostegno all'Handicap e Diritto allo Studio informa, infatti, gli studenti che «a fronte di una doverosa rivisitazione dei servizi ad oggi erogati nell'ottica della razionalizzazione dei servizi stessi e dell'individuazione degli Enti istituzionalmente preposti, a partire dal 01/07/2011 il Comune non potrà più provvedere al trasporto scolastico assegnato».
Una vera e propria mazzata per chi, tra problemi quotidiani dovuti all'handicap, strutture fatiscenti e barriere architettoniche (gli ascensori guasti negli atenei genovesi sono all'ordine del giorno), si impegna per studiare e guadagnarsi un titolo di studio importante per la vita.
In pratica, gli studenti in questione dovranno rinunciare al servizio, garantito grazie a una convenzione con la Cooperativa Radio Taxi, che consente di avere un'auto a disposizione (come ad esempio il TaxiBlu, attrezzato per il trasporto delle carrozzine) per andare e tornare una volta al giorno dall'università.
«Venendo a mancare chi ci trasporta alle lezioni per noi sarà ancora più difficile continuare il percorso universitario», spiega Dimitri Petta, studente di giurisprudenza tetraplegico dalla nascita e fondatore di un gruppo di pressione su Facebook che in pochi giorni di vita ha già raggiunto i circa 700 iscritti.
Palazzo Tursi, tuttavia, resosi evidentemente conto del danno arrecato fa lo scaricabarile specificando che per le leggi regionali 15/2006 e 18/2009 la competenza per questo tipo di servizio spetta all'Arssu (l'ente regionale referente per il diritto allo studio degli studenti universitari) e che per sapere qualcosa si può consultare il sito dell'ente.
«Una presa in giro - prosegue Petta - nella lettera in questione il Comune ci informa che ieri scadeva il termine per partecipare al bando di Arssu per gli studenti meritevoli non beneficiari di altre provvidenze monetarie. Avendo saputo di questa opportunità solo una settimana prima è evidente che ci è risultato impossibile presentare in tempo tutta la complessa documentazione richiesta».
Ma più della beffa c'è il danno. «Da Arssu, oltre a non sapere nulla del servizio che il Comune ci sta dando, ci hanno detto che il contributo del bando sarà di circa mille euro. Una cifra modesta - sottolinea Petta - valida appena per un paio di mesi di corse in taxi.

E il resto dell'anno accademico, come facciamo ad andare a lezione? Chiediamo - conclude - che il Comune ci restituisca quello che abbiamo sempre avuto e che tra qualche mese ci verrà tolto alla faccia del diritto allo studio per tutti».

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