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“Decidi tu?”, “Ma cosa dici?”. Lo show di Porro e Cruciani

A Quarta Repubblica va in scena "Un tavolo per due", il nuovo format di Nicola Porro con a fianco Giuseppe Cruciani

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Chi è passato almeno un paio di volte dalla Ripartenza, l’evento che ogni anno Nicola Porro organizza tra Bari e Milano, avrà vissuto una sorta di deja vu. Giustificato. Perché lunedì sera, quasi a notte fonda a dire il vero, il format della “Zanzara nella Zuppa” è stato replicato in tv. Due protagonisti, un tavolo, tanti temi sul piatto e il solito inconfondibile stile irriverente del conduttore tv con al fianco Giuseppe Cruciani.

I due si somigliano anche se neppure poi così tanto. Sono liberali entrambi, forse libertari, ma per nient’affatto simili. Tant’è che, pur partendo dagli stessi principi di fondo, quasi mai concordano sulle conclusioni. Cruciani fa il tifo per le libertà sessuali di ogni colore e grado? L’altro meno. Porro sventola la bandiera garantista? L’altro vorrebbe gli ambientalisti “in galera per qualche giorno”. Si sfiorano, ma non si sovrappongono.

Nell’ultimo blocco diQuarta Repubblica, Porro e Cruciani sono partiti inevitabilmente dal funerale di Giulia Cecchettin. O meglio dall’intervista della nonna durante la sorridente presentazione del proprio libro a pochi giorni dal decesso della nipote. Resta inviolabile il principio dell’insindacabilità di chi viene travolto da un lutto, ragiona Porro, “però stiamo esagerando” e “forse la nonna poteva evitarlo". Non è d’accordo Cruciani: “Non mi metto a contestare il modo in cui un parente reagisce alla alla morte” della ragazza. Poi i ruoli si invertono: Cruciani grida allo scandalo per la strategia difensiva di Filippo Turetta che punta all’omicidio preterintenzionale (“Uscirà preso, è già scritto”) e Porro rivendica la libertà di ogni accusato di difendersi in Tribunale. Batti e ribatti.

Non poteva mancare Vannacci, ovviamente. "È un campione di libertà individuale”, dice Cruciani, “non è né razzista né omofobo e chi lo contesta ha posizioni in fondo anti-democratiche”. E poi l'attacco femminista alla sede di Pro Vita & Famiglia, i cartelli provocatori di Atreju ("A me la shwa fa schifo", ci tiene a precisare il conduttore della Zanzara), la transizione green, il nucleare (“È un terrore che ci hanno inculcato sin dagli anni '80 e infatti non si farà mai”) e infine Vincenzo De Luca.

Un pot-pourri di notizie settimanali col giusto ritmo. I due affrontano gli argomenti con piglio irriverente, con posizioni distanti e polemiche ragionate.

E funziona.

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