Giorni e mesi di tensione tra il sindacato più grande d’Italia, guidato dal segretario generale Maurizio Landini, e il presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni che, insieme ai suoi ministri, si prepara a varare la legge di Bilancio entro la fine di quest’anno. Tra i temi dello scontro proprio la manovra finanziaria che la Cgil ha deciso di combattere senza sé e senza ma proclamando uno sciopero per il prossimo 12 dicembre. Anche e soprattutto di questo si è parlato durante l’ultima puntata di In Onda, il programma di approfondimento politico e non solo condotto da Marianna Aprile e Luca Telese ogni weekend in prima serata.
Tra gli ospiti anche Paolo Mieli, ex direttore del Corriere della Sera, saggista e noto giornalista italiano. Insomma, una figura che non è sicuramente vicina alle istanze del centrodestra che, però, in questa occasione, ha deciso di criticare in modo aspro le scelte della Cgil, del sindacato italiano e, in particolare di Maurizio Landini. “Landini tutto questo autunno ha promosso iniziative perché è in competizione con altri sindacati di base. È normale che ce l'abbiano con lui, anche se in misura eccessiva”, lo smaschera Mieli. Landini, a ben vedere, utilizza la postura antigovernativa per vincere la sua personalissima gara a sinistra all’interno delle varie sigle sindacali. “Quella di Landini comunque non è una gara per diventare segretario della sinistra. Credo che lui non ci pensi proprio", aggiunge Mieli ammettendo che la sua figura di avversario politico nasconde un obiettivo più preciso all’interno del suo sindacato.
Dal canto suo Landini aveva già giustificato e spiegato le ragioni dello sciopero: “Lo si fa perché è una manovra che non affronta i problemi delle persone. Il sindacato non vuole rispondere a questo o a quel governo. Il sindacato fa un mestiere autonomo perché rappresenta le persone".