Unicredit Crt dà l’ok all’aumento Ma aspetta gli altri grandi soci

La Fondazione Crt si prepara ad aprire il portafogli per sostenere l’aumento di capitale da 4 miliardi di Unicredit, di cui è grande socio insieme a Cariverona, Carimonte e alla Banca centrale libica. Ieri il consiglio di indirizzo dell’ente torinese, come aveva già fatto il cda, ha approvato l’operazione all’unanimità fino a un massimo di 170 milioni. Il prezzo di sottoscrizione - scrive Crt - deve avere «un adeguato sconto e, comunque, non inferiore al 25% rispetto al prezzo di mercato corrente al lancio dell’operazione». Torino chiede poi che anche gli altri soci italiani assumano un analogo impegno. La scorsa settimana il presidente di Unicredit, Dieter Rampl, ha assicurato che l’aumento sarà sottoscritto «da tutti gli azionisti». E un «consenso di massima» è già stato espresso anche dal presidente della Fondazione Cassamarca, Dino De Poli, rimandando per quanto riguarda il nodo dello sconto alle altre Fondazioni e «in particolare a Cariverona». I dettagli dell’aumento, a partire dal prezzo definitivo, saranno infatti decisi da Unicredit dopo l’Epifania e l’ente presieduto da Paolo Biasi, pur votando in assemblea a favore dell’operazione, non si è ancora espresso. La ricapitalizzazione viaggia in parallelo alla riorganizzazione strategica di Unicredit che prevede la nascita di una «Banca unica» con l’integrazione nella holding di cinque controllate, tra cui Banca di Roma e Banco di Sicilia.

Il riassetto, chiamato da Piazza Cordusio «Insieme per i clienti», prevede la divisione dell’Italia in macro-aree e l’introduzione di alcuni «ambasciatori» per mantenere i contatti con il territorio cari alle Fondazioni.

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