Uomini e donne, il potere alla prova del cuoco

«Cari maschi in ascolto, ecco il libro che fa per noi. Purtroppo nelle librerie italiane ancora non si trova, è un testo americano che verrà tradotto chissà quando e chissà se, ma poco male: adesso ve lo sintetizzo io. Si intitola Catching fire. How cooking made us human (un po’ liberamente: «“Giocando col fuoco”. Come cucinare ci ha fatto diventare umani») e l’autore è Richard Wrangham, professore ad Harvard. Embè? direte voi. A che cosa può servirci la storia dei fornelli se non siamo cuochi o ristoratori o produttori di pentole? Serve a tutti, datemi retta, serve a tutti» Così comincia l’articolo pubblicato giovedì a pagina 28 e firmato da Camillo Langone. Si ragiona sulla fine del maschio, quindi. Sull’idea dei ruoli e dei sessi, sulla diversità che per decenni è stata cancellata in favore di un’uguaglianza che però oggi viene messa in discussione. Scrive ancora Langone: «Non gli restano, non ci restano molte armi: una di queste sembra che sia la cucina, almeno a dar retta al professor Wrangham. Come il cibo ci ha fatto diventare umani così può farci ridiventare uomini. Catching fire spiega che i ruoli si sono differenziati a partire dall’alimentazione, dalla pappa: da una parte l’uomo cacciatore, dall’altra la donna angelo del focolare. (...) Per riprendere il sopravvento in casa e nella società, insomma per rimettersi i pantaloni, bisogna che la donna venga indotta a rimanere il più tempo possibile tra i fornelli. Con le lusinghe, ovvio. Bisogna smettere di criticarla quando guarda “La prova del cuoco” in televisione. Bisogna regalarle magnifici grembiuli e un nuovo set di padelle scintillanti.

Bisogna dirle che è bravissima anche se il risotto è scotto e la torta si sbriciola appena la guardi». L’uomo quindi deve uscire dalla cucina? Deve consegnare alla donna quello spazio? L’abbiamo chiesto a un uomo e a una donna. Il dibattito è aperto.

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