R imarrà nella storia quella stupenda frenata di Massa su Hamilton, alla prima curva del Gp dUngheria, dove il mio ricordo va al mitico sorpasso di Piquet a Senna. Però, nel momento in cui i tecnici della McLaren stanno trafficando sul motore, la Ferrari non solo si è accorta tardivamente di quanto sta maturando nel cuore tecnico della Formula 1, ma è stata colpita da una carenza di affidabilità davvero inaccettabile, vere o false che siano le voci circolate sulleccellente progettista Simon. La riprova, per le attuali vicende motoristiche, labbiamo dalla Bmw, regina delle potenze: dalla brillante posizione dinizio stagione, è precipitata nelle retrovie. Tuttavia, gli sviluppi più sorprendenti - e appassionanti - di questo gran premio restano legati ai temi correnti degli assetti e dellutilizzo strategico delle gomme.
È stato significativo come gli uomini di Maranello, praticamente con le stesse - recondite - scelte di carico-benzina dei diretti avversari (primo rifornimento di Massa al 26% del percorso, contro il 27% di Hamilton, il 30% di Kovalainen e il 31% di Raikkonen), abbiano ribaltato tutti gli equilibri tecnici in funzione di un pilotaggio aggressivamente lodevole. La tanto decantata bravura di Hamilton è stata ridimensionata, sia con la brutta partenza, sia con la decisione di aumentare la deportanza del corpo alare anteriore, in occasione del primo «pit-stop»; magari dopo aver chiesto via radio anche una diversa pressione delle gomme. Non dimentichiamo che alla McLaren hanno sempre avuto il vizio di esagerare con il gonfiaggio, con gravi conseguenze.
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