Varese, l’hinterland e le Province: la Lombardia dà gli ultimi verdetti

Un capoluogo, il Pavese, il Mantovano e 12 centri con più di 15mila abitanti: schieramenti e significato politico delle partite in cui si gioca il secondo turno

Sono 15 i verdetti importanti che la Lombardia deve dare oltre le porte di Milano: un capoluogo, due Province, 12 Comuni sopra i 15mila abitanti.
A Varese Pdl e Lega non temono grosse sorprese: per il sindaco uscente Attilio Fontana, nella culla storica del Carroccio, è già stata una delusione essere costretto al ballottaggio contro la sinistra. Il bottino di due settimane fa è stato un bel 49,4%. La sua sfidante si è fermata al 30 pur arruolando tutte le forze di una piccola «armatina rossa» che un po’ in tutta la Lombardia si è schierata compatta: Pd, Sinistra, Ecologia e Libertà, Italia dei Valori e una lista civica. Altre sorprese non dovrebbero esserci, e l’ultimo appoggio, quello dell’Udc (il cui candidato al primo turno ha sfiorato il 7%) non fa che rinsaldare una fiducia che comunque, per scaramanzia e realismo, nessuno può confondere con la cartezza.
Sfide classiche fra centrodestra e centrosinistra nelle du Provincia al voto: 800mila abitanti fra Pavia e Mantova. Nel primo caso Pdl e Lega partono con un buon vantaggio, nel secondo sarà una sfida all’ultima scheda. Il tema dei rapporti alterni fra Pdl e Lega, e di entrambi con le forze del Terzo polo, domina invece il quadro delle altre sfide comunali. Dodici in tutto: Gallarate e Malnate nel Varesotto; Rho, San Giuliano, Nerviano, Pioltello e Cassano nel Milanese, Arcore, Limbiate, Desio; Viadana nel Mantovano, Treviglio nella Bergamasca.
Su Gallarate molti riflettori si sono accesi. La corsa separata di Lega e Pdl ha incuriosito molto retroscenisti e cronisti politici. E il nome del candidato azzurro - Massimo Bossi - ha contribuito a dare colore e caricare di significati politici il tutto. Il «Bossi del Pdl», col sostegno dell’Udc, se la vedrà con l’uomo della sinistra, Edoardo Guenzani, che lo tallona con 4 punti di distacco. Ardua l’impresa che attende invece la leghista Elisabetta Sofia a Malnate.
Nel Milanese la sfida politicamente più interessante, forse, è quella di Rho, dove la maggioranza classica di centrodestra si è dissolta. I partiti si sono poi ripresentati divisi in due: da una parte Pdl e Udc, dall’altra la Lega. E toccherà a quest’ultima, con il consigliere regionale Fabrizio Cecchetti (26,7% al primo turno) competere col candidato della sinistra, che parte dal 38%. Novità interessante e recente è la posizione dell’Udc locale, che in nome della comune appartenenza all’area moderata, e contro «la sinistra demagogica» targata Idv e Sinistra e Libertà, ha chiamato i suoi elettori a scegliere Cecchetti. Un’indicazione di voto che non è piaciuta ai «milanesi» del partito - o almeno a quelli che pendono, o propendono, per l’alleanza col Pd - come Enrico Marcora.


Altro caso da tenere sott’occhio è quello di Desio, piena Brianza, dove corrono la sinistra - parte dal 38 per cento - contro Silvio Arienti (Lega e Lista civica) che parte dal 20 ma punta a conquistare il 18 di Pdl e Udc, e l’11% che si è aggiudicato al primo turno l’ex sindaco Giampiero Mariani. In alcuni centri più piccoli - Nerviano, Pioltello, Cassano - è la sinistra che parte in vantaggio. In altri, come Limbiate - ma anche San Giuliano e Arcore - il centrodestra conta di farcela.

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