
Sebbene sia «la prima volta», i rapporti sono già ottimi e cordiali, si era visto anche qualche giorno fa, quando Giorgia Meloni, incontrando Papa Leone XIV a margine dell’udienza organizzata per il Giubileo dei Governanti e degli Amministratori gli aveva chiesto: «Si è assestato un po’?». E Robert Prevost aveva sorriso, facendo un cenno col capo e ricambiando il saluto. Ieri mattina la prima udienza ufficiale al Palazzo Apostolico, oltre trenta minuti in cui il presidente del Consiglio ha anche raccontato al Papa quali saranno i prossimi impegni del Governo, tra cui la co-presidenza al vertice sulla sicurezza alimentare che si terrà ad Addis Abeba (Etiopia) alla fine del mese di luglio per affrontare questioni come povertà, disuguaglianze, fame e cambiamenti climatici. Un tema, quello alimentare, che sta molto a cuore a Leone XIV: in un messaggio inviato alla FAO pochi giorni fa, il Papa ha, infatti, denunciato l’uso iniquo della fame come arma di guerra e l’utilizzo delle risorse per finanziare i massacri, definendo il tutto «triste e vergognoso ».
Insieme a Giorgia Meloni c’erano anche i vice-premier Antonio Tajani e Matteo Salvini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano che intrattiene i rapporti istituzionali con la Santa Sede e che nelle ultime settimane ha lavorato anche per organizzare al meglio l’udienza.
Meloni e Prevost, nel corso dell’udienza hanno toccato temi di rilevanza internazionale; l’atmosfera dell’incontro era «davvero molto serena e assolutamente cordiale», fanno sapere dalle sacre stanze, «anche abbastanza formale se si guarda al passato », aggiungono, sottolineando la differenza di toni con la prima udienza ufficiale del Presidente del Consiglio con Papa Francesco nel gennaio del 2023. In quell’occasione Meloni aveva portato dal Pontefice anche la figlia Ginevra, che, tra un sorriso e una battuta del Papa, aveva ricevuto in dono da Bergoglio degli ovetti di cioccolato. «Giorgia e il Santo Padre avranno modo di incontrarsi ancora e di conoscersi meglio per affrontare con la giusta attenzione i temi più importanti che riguardano il nostro tempo », fa sapere un monsignore in servizio da molti anni in Vaticano. Il Pontefice, ad esempio, si è detto molto preoccupato per la situazione in cui vivono i cristiani in Medio Oriente e per la crisi umanitaria nelle zone di conflitto, dall’Ucraina a Gaza. Temi questi che stanno molto a cuore a Meloni e ai suoi più stretti collaboratori e che sono stati approfonditi anche nel corso dell’udienza della delegazione governativa in segreteria di Stato con il cardinale Pietro Parolin e monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, il «ministro degli esteri» del Vaticano. Papa Leone si è detto varie volte vicino ai cristiani che soffrono nelle zone calde del mondo e che testimoniano la loro fede spesso anche col sangue: «su questo tema il Governo potrà certamente trovare da parte nostra porte più che spalancate, ben vengano suggestioni, sostegno e iniziative per tutelare le nostre sorelle e i nostri fratelli che vivono tutti i giorni nel terrore di dover professare la fede in Cristo», spiegano fonti vaticane a Il Giornale .
Anche sul tema della pace, Leone, che nel corso degli ultimi mesi ha lanciato appelli ripetuti per far tacere le armi, ha ribadito ieri mattina la necessità di respingere con forza la logica della vendetta, lasciando spazio alla diplomazia e al dialogo tra le parti in conflitto.