La Verdi commemora Gandolfi

Klaus Peter Flor dirige Mozart e Kraus

Avrebbe dovuto dirigere in questi giorni i Carmina burana, ma la sua improvvisa scomparsa ha lasciato l’Orchestra e il Coro Verdi senza la guida. All’Auditorium la Fondazione dedica quindi alla memoria di Romano Gandolfi un concerto con una delle opere a lui più care, che il Maestro ha eseguito molte volte insieme al suo Coro Verdi: il Requiem in Re minore K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart, interpretato l’ultima volta all’Auditorium sotto la sua guida nell’aprile 2005.
Soprano Monica Trini, mezzosoprano Katarina Nikolic, tenore Roberto Iuliano e baritono Carmelo Corrado Caruso.
Il Requiem è preceduto dalla Symphonie funèbre in Do minore VB418 del compositore tedesco Joseph Martin Kraus. Contemporaneo di Mozart, fu attivo alla corte di Svezia ed è considerato uno dei più grandi compositori settecenteschi della storia musicale del Paese scandinavo. A dirigere il concerto sarà Claus Peter Flor, Direttore principale ospite dell’Orchestra Verdi.
Joseph Martin Kraus, da Haydn considerato «uno dei geni più grandi che abbia mai incontrato», nacque nello stesso anno di Mozart, nel 1756, a Mittelberg in Germania. Il suo percorso musicale lo portò in Svezia, dove fu accolto come Maestro di Cappella alla corte di Gustavo III e all’Opera di Stoccolma.
La Symphonie funèbre, una delle ultime composizioni dell’autore, fu composta nell’aprile 1792, in seguito all’assassinio di Gustavo III durante un ballo in maschera, per essere eseguita ai funerali del re. I quattro movimenti sono caratterizzati da grande solennità, sottolineata dall’uso dei timpani e degli ottoni, e anche nell’uso degli archi l’autore sembra anticipare uno stile del tardo classico. Solo pochi mesi dopo, un anno dopo Mozart, morì anche Kraus, a causa di una tubercolosi.
Molti miti sono nati attorno alla composizione del Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart: il misterioso personaggio che gli aveva richiesto la composizione si rivelò un servitore del conte Walsegg, che aveva voluto far eseguire il Requiem per sua moglie, dichiarandolo una composizione propria. Mozart poté ultimare solo l’Introitus, il Tractus, e in parte il Dies Irae.

Il Kyrie fu probabilmente aggiunto mentre Mozart era ancora in vita, e le rimanenti parti vennero ultimate nel 1792 dal suo allievo Franz Xaver Süssmayr, che gli era rimasto vicino durante l’ultimo periodo fino alla morte.

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